Post by Roberto BianchiOn Tue, 10 Sep 2019 02:49:56 -0700 (PDT) in article <a2118162-1908-41c1-
@yahoo.com> says...
Post by a***@yahoo.com"Il Rock è effettivamente la musica di
Satana, non per i testi inneggianti al diabolico o per qualche strana
formula, ma perchè semplicemente FA A MENO DEL LINGUAGGIO, e quando non
c'è linguaggio non c'è pensiero, non c'è civiltà e non c'è l'Uomo."
Erg Frast, consentimi di inneggiare a questo tuo pensiero e ribadirlo con un thread a sé stante. Le tue parole, oltre che assai coraggiose, sono una sintesi completa di critica dell'arte, in senso lato.
non so, vuol dire tutto e niente.
non so se chi scrive musica si ponga questi problemi, non so neanche se
se li poneva bach che pure ha scritto fughe non formalmente corrette, e
toccate virtuosistiche e libere
Ma stai scherzando?
La musica barocca, basata sulla teoria degli affetti, prende le mosse da
una rigorosa retorica musicale (ripescare a proposito il post su Ottavio
Dantone di Lzy)
http://quinteparallele.net/2019/01/09/dantone-bach-fuga-filarmonica/
Alla base c'è un linguaggio eccome e sotto questo un solidissimo sistema
formale (sistema di regole ricorrenti, che ne è la premessa logica
inostituibile)
https://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_formale
Post by Roberto Bianchinon so se chi scrive musica si ponga questi problemi,
Beh, farebbe bene a porseli, perchè altrimenti sta perdendo il proprio
tempo.
Del resto è tutto molto evidente: nella musica rock e leggera il
contenuto è veicolato dalle parole, non certo dalla musica. Togli le
parole e qual'è il significato del pezzo? Cosa si può ancora dire su di
esso? Nulla o poco più.
Ma questo non è un problema, l'obiettivo principale del "musicista rock"
non è di comunicare qualcosa a qualcuno attraverso la sua musica, ma
semplicemente quello di essere "un musicista rock", ovvero salire su un
palco con la chitarra, le luci e la gente sotto che inneggia, in quel
suggestivo rito che è il concerto rock (una grande invenzione, lo
ammetto). E' una necessità psicologica in un mondo dove regna
l'omologazione e l'appiattimento e dove il sogno di ognuno è di emergere
dalla massa affermando la propria individualità. E cosa c'è di meglio
sche svettare su un palco con la gente sotto, le luci, il volume
altissimo che ti entra nelle budella, il gesto.
Il "gesto", quanto ci sarebbe da dire, nasce come gesto musicale, come
un fatto puramente musicale (la toccata barocca o l'inizio dello scherzo
della IX per fare un esempio), poi diventa il gesto del musicista mentre
suona (e siamo in età romantica, con i Liszt e Paganini). Poi l'arte
cambia, le arti figurative ce lo insegnano: nel Novecento si
trasformano, sono sempre meno figurative e sempre più performative, il
gesto diventa più importante di ciò che l'arte sta producendo (gli
eppening di John Cage, Fluxus, ecc.), ma qui siamo ancora in un terreno
nobile in cui si indagano le forme e i modi di espressione. La fase
successiva è quella del passaggio di questi metodi all'ambito della
cultura di massa, quello che era ricerca e innovazione diventa kitsch.
La musica leggera, che è l'espressione per eccellenza della cultura di
massa e dell'industria culturale, si appropria di tutto ciò, saccheggia
a mano bassa, ma queste forme scimmiottate ormai sono svuotate di ogni
valore.
Nella musica rock impera il gesto, quello del musicista: abolito il
linguaggio gli resta solo quello (assime al suono) per imporsi e per
ribadire l'individualità dell'uomo che altrimenti non è più nulla.
La vicenda se si vuole è drammatica e commovente per la vacuità delle
risposte a problemi tanto grandi e opprimenti.
Ora basta, già sarà stata emessa una fatwa contro di me da parte
dell'Ayatollah del rock!
EF
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