Post by KaosCerco qualsiasi tipo di notizia storica, critica, aneddotica sulle
variazioni di Mozart sul tema "Ah! Vous dirai-je, Maman" (K265), canzone
popolare francese per bambini. Gradite anche informazioni su questa canzone
francese.
Riguardo alla canzone, pubblicata da Dezede negli anni '60 ma di tradizione
assai piu' antica, il cui testo completo dovrebbe essere il seguente (anche
se ne esistono versioni meno allusive per bambini!)
Ah ! Vous dirai-je, Maman,
Ce qui cause mon tourment ?
Depuis que j'ai vu Silvandre,
Me regarder d'un air tendre ;
Mon coeur dit à chaque instant :
"Peut-on vivre sans amant ?"
L'autre jour, dans un bosquet,
De fleurs il fit un bouquet ;
Il en para ma houlette
Me disant : "Belle brunette,
Flore est moins belle que toi ;
L'amour moins tendre que moi.
Je rougis et par malheur
Un soupir trahit mon coeur.
Le cruel avec adresse,
Profita de ma faiblesse :
Hélas, Maman ! Un faux pas
Me fit tomber dans ses bras.
Je n'avais pour tout soutien
Que ma houlette et mon chien.
L'amour, voulant ma défaite,
Ecarta chien et houlette ;
Ah ! Qu'on goûte de douceur,
Quand l'amour prend soin d'un coeur !
Riguardo alla musica di Mozart e al ciclo di variazioni, me la cavo con un
estratto dal libretto del CD, con considerazioni sulla destinazione
strumentale (cui tengo molto) e il contesto in cui tale opera fu composta.
Buona lettura!
"Ero così curioso di vedere i suoi Piano Forte che corsi subito ad uno dei 3
Clavieren che stavano nella stanza". Così, il 14 ottobre 1777, Wolgang
Amadeus racconta al padre il suo primo incontro con i pianoforti di Andreas
Stein. La circostanza, apparentemente poco significativa, si rivelerà
decisiva per la nostra comprensione delle opinioni di Mozart sugli strumenti
a tastiera di quegli anni: in una seconda lettera indirizzata al padre tre
giorni dopo, Mozart, accanto ad un forte entusiasmo per i modelli di Stein
appena provati, esprime infatti numerose perplessità sulle qualità tecniche
ed espressive dei fortepiani da lui fino ad allora conosciuti, ivi compreso
lo strumento che fino a quel momento costituiva il suo modello di
riferimento, il fortepiano dello stimato costruttore Franz Jakob Späth che
si trovava nella casa paterna a Salisburgo.
Se l'entusiasmo espresso da Wolfgang Amadeus per i nuovi strumenti di Stein
è quindi il presagio della svolta tecnica ed artistica che grazie a questo
folgorante incontro sarebbe maturata negli anni successivi, l'epistolario e
le cronache dei viaggi ci consegnano tuttavia un Mozart ancora molto legato
al clavicembalo, strumento attraverso cui si fece conoscere al pubblico dei
tour europei degli anni '60 e sul quale formò, è bene ricordarlo, la propria
tecnica esecutiva. Un legame affettivo forte, che sfocia nella piena
legittimazione del clavicembalo come mezzo espressivo autonomo, non
subalterno bensì concorrente al fortepiano, i cui sviluppi tecnici e sonori
tardavano a maturare. Analogamente ad altri autori contemporanei, come
Johann Christian Bach, esiste una parte dell'opera mozartiana per tastiera
degli anni '60 e '70 scritta per il clavicembalo, un repertorio perlopiù già
noto al pubblico ma purtroppo ancora poco esaminato criticamente.
Il genere della variazione è sicuramente il punto d'incontro maggiormente
compiuto tra il Mozart concertista ed il Mozart compositore. Le quindici
serie di variazioni da lui composte, tralasciando quelle contenute nelle
Sonate, sono infatti in molti casi le trascrizioni ragionate di alcune tra
le migliori improvvisazioni da lui eseguite in concerto durante i viaggi
europei. I cicli di variazioni mozartiani esprimono inoltre una sintesi ben
bilanciata di diversi fattori: accanto ad una forte componente di
virtuosismo, esplicita nella frequente presenza di passaggi a mani
incrociate, non bisogna trascurare considerazioni di opportunità editoriale,
dettate dal buon mercato di cui godevano le variazioni su temi popolari
nella seconda metà del '700, e ovviamente motivazioni di natura economica,
visto che diversi cicli furono scritti su commissione. C'è pure talvolta un
intento didattico, se è vero che, ad esempio, le variazioni sul minuetto di
Fischer KV179 furono utilizzate da Mozart come strumento d'insegnamento fino
alla fine degli anni '80, ma vi è soprattutto, quale elemento maggiormente
unificante, l'esigenza creativa di elaborare impressioni, idee, ascolti ed
esperienze dei lunghi viaggi europei.
Le dodici variazioni sulla celeberrima melodia "Ah, vous dirai-je, maman",
pubblicata in Francia alla metà degli anni '60 da Nicolas Dezéde, furono
composte a Parigi nel 1778. Non sono note le circostanze della composizione
di quest'opera, benché si pensi che essa sia la trascrizione di una serie di
improvvisazioni svolte da Mozart in concerto nella capitale francese. Queste
variazioni, così come il ciclo composto sul minuetto di Fischer, furono
verosimilmente concepite per il clavicembalo. Il gusto dei francesi in fatto
di musica strumentale era infatti molto indietro rispetto a quello dei
tedeschi. Benché possa sembrare incredibile, il pubblico parigino degli anni
'70 non poteva di fatto fruire dell'ascolto di musica strumentale, in quanto
l'Opèra, le Comédies ed il Concert Spirituel imponevano al pubblico musica
quasi esclusivamente vocale, fossero esse opere, mottetti, cantate o
vaudevilles. La musica strumentale, soprattutto quella d'avanguardia, veniva
quasi esclusivamente eseguita in pochi salotti nobiliari, tra cui quello del
principe Conti, raffigurato nel dipinto di Barthélemy Ollivier riprodotto
sulla copertina del CD, con Mozart ancora fanciullo seduto al cembalo.
Questi ambienti, in quanto luoghi d'elite, non potevano certo svolgere un
ruolo decisivo nello sviluppo e nel cambiamento dei gusti del pubblico. Nel
1778 a Parigi il clavicembalo era quindi ancora di gran lunga il principe
degli strumenti a tastiera, e lo sarebbe rimasto almeno fino all'inizio
degli anni '90. A tale proposito sono illuminanti le parole di Leopold
Mozart, scritte il 12 aprile 1778 in una lettera a Wolfgang Amadeus: "Se a
Parigi potessi procurarti un buon clavicordo, come il nostro, esso sarebbe
per te molto meglio e più conveniente di un fortepiano, dato che i francesi
non hanno ancora cambiato del tutto il loro gusto". Il fatto che Mozart
abbia scritto le variazioni su "Ah, vous dirai-je, maman" in tale contesto,
ci permette quindi di supporre ragionevolmente che l'opera fosse in origine
destinata al clavicembalo, quale ne fosse la sua circostanza compositiva -
opera su commissione, materiale per uso didattico, trascrizione da
improvvisazioni eseguite in pubblico, ecc. La scrittura dell'intera opera è
infatti in tutto e per tutto ancora di natura genuinamente cembalistica,
quasi totalmente priva di indicazioni dinamiche, affine a numerose e
brillanti opere di intrattenimento di autori contemporanei, ad esempio
Galuppi, ed è distante anni luce dalla complessità espressiva di altri
autori contemporanei, come Carl Philipp Emanuel Bach, e da certa stessa
produzione mozartiana precedente. In questo stesso contesto, su scala
differente, si può probabilmente inserire anche la Sonata in do maggiore
KV330, scritta anch'essa durante il soggiorno parigino del 1778, con la sua
scrittura brillante e la disposizione delle dinamiche "a terrazze" - ovvero
senza la presenza di crescendo e diminuendo - che la rendono senz'altro la
più idonea ad essere eseguita sul clavicembalo tra tutte le sonate
mozartiane.
Ciao
Mario