Father McKenzie
2019-11-09 20:03:19 UTC
https://www.radiobue.it/il-nuovo-pop-se-ne-frega-della-teoria-musicale/
Il nuovo Pop se ne frega della teoria musicale
La musica è cambiata radicalmente negli ultimi anni, non solo
nell’estetica e nello stile ma anche nelle sue “fondamenta” (come
sollevato da Soundfly). A quelli che sono proprio digiuni di teoria
musicale, basti pensare che l’intera musica occidentale si basa su
specifici rapporti di accordi con la tonica, ovvero la nota o suono
centrale del brano.
Le progressioni armoniche sono così strutturate sulla base delle loro
relazioni con la tonica: uno dei gradi più importanti è quello della
dominante, ovvero l’accordo di quinta, che possiede la qualità di creare
tensione e che in quanto tale deve “risolversi” su di un accordo che dia
quiete e stabilità. La più classica (e corretta) delle progressioni è
IV-V-I: è regola basilare utilizzate da tutti, da Beethoven a Elvis Presley.
La musica pop del 2017 sembra essersi completamente dimenticata di
queste regole basilari: la quinta maggiore sembra essere andata in
pensione, e gli autori usano altri stratagemmi nello scrivere le loro
canzoni da classifica.
Ad esempio in Passionfruit, Drake utilizza accordi modali (Mi maj7 – Do#
min7 – Si maj7 – Sol# min7 – Re# min7) che per la teoria musicale non
hanno una precisa funzione armonica ma si limitano a “girovagare” nel
brano. Qui invece costituisco l’ossatura del brano. A questo si aggiunge
l’iconico arpeggio iniziale, non formato da triadi (l’ultima nota è
sempre un Do#, quindi un sesto grado).
Kendrick Lamar risulta invece molto più subdolo. Nel suo ultimo album
DAMN, il rapper di Compton usa delle progressioni basate sulla VI
bemolle-V-I. La vera questione è che nelle sue basi non ci sono dei veri
strumenti che esprimano gli accordi nelle loro componenti, quindi
sentiamo solo la fondamentale: si genera così un’illusione, dato che
avendo poche informazioni in termini di armonia il nostro cervello fa
fatica ad elaborare quale sia il vero centro tonale del brano. Per
questo la progressione VI bemolle-V-I risulta poco “chiara” soprattutto
finché suona il tema al pianoforte di HUMBLE, costruito sul modo frigio.
Anche Calvin Harris pare essersi stancato delle progressioni
standardizzate: nella sua Slide non ci sono accordi maggiori di V, per
questo il brano sembra oscillare senza una direzione precisa.
Sicuramente una ragione per cui il brano è stato intitolato così.
Anche Ed Sheeran salta a piedi pari la dominante. In Shape of You la
struttura del ritornello è I-IV-VI-VII-I, escludendo qualsiasi
possibilità di una progressione armonica “classica”.
Ma quindi, è così grave che al momento la musica pop non rispetti le
basi della teoria musicale? Decisamente no, visto che tutte le canzoni
sopra menzionate funzionano alla grande. Semplicemente si è arrivati in
un periodo storico in cui la classica progressione IV-V-I per quanto
sicura ed affermata risulta essere anche abusata e quindi noiosa; è
perciò normale che molti autori utilizzino nuovi tipi di progressione
armonica per i loro brani. Siamo arrivati al punto tale che il
linguaggio della teoria musicale non si è adeguato alla contemporaneità,
lasciando sguarnite di espressioni specifiche alcuni tipi di
progressioni che si stanno affermando sempre di più nell’era moderna.
Chissà se nei prossimi anni ci sarà un Kendrick Lamar come esame di
solfeggio al conservatorio.
Il nuovo Pop se ne frega della teoria musicale
La musica è cambiata radicalmente negli ultimi anni, non solo
nell’estetica e nello stile ma anche nelle sue “fondamenta” (come
sollevato da Soundfly). A quelli che sono proprio digiuni di teoria
musicale, basti pensare che l’intera musica occidentale si basa su
specifici rapporti di accordi con la tonica, ovvero la nota o suono
centrale del brano.
Le progressioni armoniche sono così strutturate sulla base delle loro
relazioni con la tonica: uno dei gradi più importanti è quello della
dominante, ovvero l’accordo di quinta, che possiede la qualità di creare
tensione e che in quanto tale deve “risolversi” su di un accordo che dia
quiete e stabilità. La più classica (e corretta) delle progressioni è
IV-V-I: è regola basilare utilizzate da tutti, da Beethoven a Elvis Presley.
La musica pop del 2017 sembra essersi completamente dimenticata di
queste regole basilari: la quinta maggiore sembra essere andata in
pensione, e gli autori usano altri stratagemmi nello scrivere le loro
canzoni da classifica.
Ad esempio in Passionfruit, Drake utilizza accordi modali (Mi maj7 – Do#
min7 – Si maj7 – Sol# min7 – Re# min7) che per la teoria musicale non
hanno una precisa funzione armonica ma si limitano a “girovagare” nel
brano. Qui invece costituisco l’ossatura del brano. A questo si aggiunge
l’iconico arpeggio iniziale, non formato da triadi (l’ultima nota è
sempre un Do#, quindi un sesto grado).
Kendrick Lamar risulta invece molto più subdolo. Nel suo ultimo album
DAMN, il rapper di Compton usa delle progressioni basate sulla VI
bemolle-V-I. La vera questione è che nelle sue basi non ci sono dei veri
strumenti che esprimano gli accordi nelle loro componenti, quindi
sentiamo solo la fondamentale: si genera così un’illusione, dato che
avendo poche informazioni in termini di armonia il nostro cervello fa
fatica ad elaborare quale sia il vero centro tonale del brano. Per
questo la progressione VI bemolle-V-I risulta poco “chiara” soprattutto
finché suona il tema al pianoforte di HUMBLE, costruito sul modo frigio.
Anche Calvin Harris pare essersi stancato delle progressioni
standardizzate: nella sua Slide non ci sono accordi maggiori di V, per
questo il brano sembra oscillare senza una direzione precisa.
Sicuramente una ragione per cui il brano è stato intitolato così.
Anche Ed Sheeran salta a piedi pari la dominante. In Shape of You la
struttura del ritornello è I-IV-VI-VII-I, escludendo qualsiasi
possibilità di una progressione armonica “classica”.
Ma quindi, è così grave che al momento la musica pop non rispetti le
basi della teoria musicale? Decisamente no, visto che tutte le canzoni
sopra menzionate funzionano alla grande. Semplicemente si è arrivati in
un periodo storico in cui la classica progressione IV-V-I per quanto
sicura ed affermata risulta essere anche abusata e quindi noiosa; è
perciò normale che molti autori utilizzino nuovi tipi di progressione
armonica per i loro brani. Siamo arrivati al punto tale che il
linguaggio della teoria musicale non si è adeguato alla contemporaneità,
lasciando sguarnite di espressioni specifiche alcuni tipi di
progressioni che si stanno affermando sempre di più nell’era moderna.
Chissà se nei prossimi anni ci sarà un Kendrick Lamar come esame di
solfeggio al conservatorio.
--
Et interrogabant eum turbae dicentes: “Quid ergo faciemus?”.
Respondens autem dicebat illis: “Qui habet duas tunicas,
det non habenti; et, qui habet escas, similiter faciat”.
(Ev. sec. Lucam 3,10-11)
Et interrogabant eum turbae dicentes: “Quid ergo faciemus?”.
Respondens autem dicebat illis: “Qui habet duas tunicas,
det non habenti; et, qui habet escas, similiter faciat”.
(Ev. sec. Lucam 3,10-11)