Discussione:
la bb e fa b che intevallo è?
(troppo vecchio per rispondere)
pasaico
2004-03-01 12:15:07 UTC
Permalink
-----b fa
-----
-----
-----
-----bb la

6 diminuita?

esiste un software che ti dice gli intevalli?
Moosbrugger
2004-03-01 12:49:06 UTC
Permalink
Post by pasaico
-----b fa
-----
-----
-----
-----bb la
6 diminuita?
Sesta maggiore.
Post by pasaico
esiste un software che ti dice gli intevalli?
No ;-)

Ciao

Moos
--
"Cosa dificile qui ?!? Se io avevo questa prima vista in Mosca mandavano me
Siberia !!"

Pavel Vernikov
pasaico
2004-03-01 13:10:39 UTC
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Post by Moosbrugger
Sesta maggiore.
me la puoi spiegare per favore?
grazie mille!
SBIANCO
2004-03-01 13:56:38 UTC
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Suoni omofoni di SOL e MI, altra sesta maggiore.
Post by pasaico
Post by Moosbrugger
Sesta maggiore.
me la puoi spiegare per favore?
grazie mille!
Moosbrugger
2004-03-01 14:11:21 UTC
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Post by pasaico
me la puoi spiegare per favore?
Trascrivo direttamente da W. Piston, "Armonia" :

<begin quote>

"Il nome di un intervallo è diviso in due parti, combinate quando parliamo
di una *terza maggiore* o di una *settima minore*. La prima parte del nome
( potremmo dire il nome generico ) di un intervallo si trova contando le
linee e gli spazi che separano le due note sul rigo.
La seconda parte del nome, cioè il nome specifico ( quale tipo di terza,
settima ecc. ), può essere determinata mediante un confronto con la scala
maggiore formata a partire dalla più grave delle due note. Se la nota
superiore coincide con una nota della scala, l' intervallo è *maggiore* (
oppure *giusto*, se si tratta di ottave quinte, quarte o unisoni ).
Se la nota superiore non coincide con una nota della scala, si devono
applicare i seguenti criteri :
a. La differenza tra un intervallo maggiore e l' intervallo *minore* con
lo stesso nome generico è di un semitono.
b. Ampliando di un semitono un intervallo maggiore o giusto, questo
diventa *eccedente*.
c. Riducendo di un semitono un intervallo minore o giusto, questo diventa
*diminuito*."

< end quote >


Nel nostro caso, contando righi e spazi fra la e fa arriviamo alla sesta, e
la scala maggiore costruita sulla più grave delle due note, ovvero il la
doppio bemolle, prevede appunto il fa bemolle. L' intervallo di sesta
maggiore poi è del tutto evidente prendendo in considerazione i suoni
enarmonici di quelli presi in esame, ovvero sol e mi, ma la spiegazione del
Piston è perfetta per tutti i casi dubbi.
Post by pasaico
grazie mille!
Figurati :-)

Ciao

Moos
--
"Cosa dificile qui ?!? Se io avevo questa prima vista in Mosca mandavano me
Siberia !!"

Pavel Vernikov
Giuliano
2004-03-02 09:02:15 UTC
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quello mi ha sempre dato fastidio cogli intervalli è che, per esempio:

2 + 7 = 8 (argh!)

quando in realtà questo vuol dire:

(2 -1) + (7 -1) = (8-1)

che quadra molto di più...

(credo che la colpa sia dei greci)

g
Ivan
2004-03-03 00:56:51 UTC
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Post by Giuliano
2 + 7 = 8 (argh!)
Non è vero, 2+7 fa sempre 9...

Se invece giustapponi due intervalli (una seconda e una settima
nell'esempio precedente) devi sempre togliere uno perché la nota acuta del
bicordo inferiore è la stessa nota grave del bicordo superiore... che
quindi conteresti due volte...
Ciao
Giuliano G
2004-03-03 08:14:16 UTC
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Post by Ivan
Post by Giuliano
2 + 7 = 8 (argh!)
Non è vero, 2+7 fa sempre 9...
Se invece giustapponi due intervalli (una seconda e una settima
nell'esempio precedente) devi sempre togliere uno perché la nota acuta del
bicordo inferiore è la stessa nota grave del bicordo superiore... che
quindi conteresti due volte...
uhhhh, non l'avrei mai detto....

Comunque ti sbagli, 2 + 7 = 8 è ovviamente vero nel casi degli
intervalli, dove non mi pare necessario spiegare il significato dei
simboli. La non letterale corrispondenza coll'aritmetica ordinaria
deriva ovviamente da quello che hai detto, e viene "risolta" esprimendo
numericamente gli intervalli cogli intervalli (salti) stessi, come
scrissi: (2-1) + (7-1) = (8-1), invece che col numero di note che li
compongono (visione insiemistica, ed anche un po' scorretta, visto che
gli intervalli non sono composti di note*).

g

* non parlo di intervalli fisici qui, tipo DO3-SOL3, ma di quelli che
li rappresentano astrattamente. Ovvio che non posso sommare DO3-RE3 con
RE5-DO6 ed ottenere un altro intervallo.
Ivan
2004-03-04 00:39:16 UTC
Permalink
Post by Giuliano G
Comunque ti sbagli, 2 + 7 = 8 è ovviamente vero nel casi degli
intervalli, dove non mi pare necessario spiegare il significato dei
simboli. La non letterale corrispondenza coll'aritmetica ordinaria
deriva ovviamente da quello che hai detto, e viene "risolta" esprimendo
numericamente gli intervalli cogli intervalli (salti) stessi, come
scrissi: (2-1) + (7-1) = (8-1), invece che col numero di note che li
compongono (visione insiemistica, ed anche un po' scorretta, visto che
gli intervalli non sono composti di note*).
Allora:
se dici 2+7 = 8 è SEMPRE sbagliato!
L'uso dei numeri, dei segni d'operazione e di ugualianza non è...
arbitrario.
Altra cosa se parli di intervalli.
Se usi la classificazione dovuta all'armonmia classica devi dire "una
seconda" più "una settima" dà una "ottava" (non 2+7...).
Lascia perdere l'insiemistica...
Intervallo è la differenza di altezza tra due suoni punto e basta.
Se questi due suoni appartengono al dominio delle frequenze che noi usiamo
per far musica (per lo meno in maniera classica... sto semplificando)
allora l'intervallo lo possiamo classificare in vari modi a seconda del
"sistema" di misura adoperato. Se siamo particolarmente scientifici lo
facciamo con la matematica basandoci sulle frequenze assolute espresse in
hz, se invece facciamo gli artisti lo facciamo in riferimento al sistema
musicale usato. Per esempio contando i semitoni (evitiamo di parlare dei
vari tipi di semitoni... semplifichiamo col temperamento equalizzato) che
separano i due suoni (particolarmente utile nella musica in cui non c'è
gerarchia tra i dodici semitoni) oppure contando i gradi di una scala che
separano i due suoni stessi e quindi adoperando le convenzioni della scala
usata. Quando dici che gli intervalli non sono fatti di note dici il vero
ma è come dire che una distanza non è "fatta di metri", però con il metro
la posso misurare... ed a noi un sistema per misurare serve! In questo
senso è corretto misurare gli intervalli con i gradi di una scala perché
questa è definita e i vari "scalini" corrispondono ad una misura fisica ben
precisa (esprimibile anche con formule matematiche) che ci serve, per
l'appunto, a misurare l'intervallo stesso che quindi è rappresentato dal
numero di "note" che separa i due suoni.

Orpo... rischio di diventar antipatico... scusate...
Giuliano G
2004-03-04 10:40:11 UTC
Permalink
Post by Ivan
Post by Giuliano G
Comunque ti sbagli, 2 + 7 = 8 è ovviamente vero nel casi degli
intervalli, dove non mi pare necessario spiegare il significato dei
simboli. La non letterale corrispondenza coll'aritmetica ordinaria
deriva ovviamente da quello che hai detto, e viene "risolta" esprimendo
numericamente gli intervalli cogli intervalli (salti) stessi, come
scrissi: (2-1) + (7-1) = (8-1), invece che col numero di note che li
compongono (visione insiemistica, ed anche un po' scorretta, visto che
gli intervalli non sono composti di note*).
farò anch'io del mio meglio per non essere antipatico! Purtroppo
l'argomento, che iniziò da una mia osservazione faceta (ma non troppo),
sta prendento un po' una piega di pelo nell'uovo... tuttavia credo che
alle difficoltà che i non addetti ai lavori trovano nel capire gli
intervalli derivi dalla definizione un po' ambigua che essi hanno, o
meglio, al fatto che "intervallo" tout court non ha un solo significato.
Post by Ivan
se dici 2+7 = 8 è SEMPRE sbagliato!
L'uso dei numeri, dei segni d'operazione e di ugualianza non è...
arbitrario.
devo obiettare. Certo che all'interno di una nomenclatura o convenzione
l'arbitrio non c'è (a meno che non vi sia "by design"), ma il
significato dei simboli può essere diverso, ed ovviamente non ho mai
inteso quell'eguaglianza come aritmetica in base 10. Volevo solo
esprimere il mio "sconforto" nel calcolare rapidamente intervalli
composti, per esempio, 8a + 8a + 8a = 22a (spero che ora tu non abbia
da obiettare!) quando sarebbe più semplice se l'ottava fosse chiamata
7a e quindi l'uguaglianza di prima si esprimesse 7 x 3 = 21. Ma certo
che non è una tragedia, me la posso cavare... mi chiedo solo quando
questa nomenclatura è nata, e se non fosse appunto un'influenza greca a
renderla tale.
Post by Ivan
Altra cosa se parli di intervalli.
Se usi la classificazione dovuta all'armonmia classica devi dire "una
seconda" più "una settima" dà una "ottava" (non 2+7...).
Lascia perdere l'insiemistica... Intervallo è la differenza di altezza
tra due suoni punto e basta.
ma scusa, non è che l'altezza, anche in musica, corrisponde alla
frequenza del suono? Allora l'intervallo non è certamente la differenza
di altezze. Perdona la pignoleria! Al più è il rapporto tra le stesse,
e nemmeno questa è una definizione completa. Il problema è che vi è una
stratificazione di significati attaccata al termine intervallo: non è
un termine univoco.
Una cosa è dire un intervallo di un tono o di un semitono, una cosa è
dire un intervallo di seconda, di terza, etc..
Credo (ma qui chiedo conferma) che i primi siano chiamati intervalli
cromatici mentre i secondi siano chiamati diatonici (in quanto legati
alla scala diatonica). I primi corrispondono effettivamente al rapporto
delle frequenze ed i secondi ai gradi della scala. Corretto? (E nemmeno
questo non esaurisce i tipi di intervallo, mi pare...)
Post by Ivan
Se questi due suoni appartengono al dominio delle frequenze che noi usiamo
per far musica (per lo meno in maniera classica... sto semplificando)
allora l'intervallo lo possiamo classificare in vari modi a seconda del
"sistema" di misura adoperato. Se siamo particolarmente scientifici lo
facciamo con la matematica basandoci sulle frequenze assolute espresse in
hz, se invece facciamo gli artisti lo facciamo in riferimento al sistema
musicale usato. Per esempio contando i semitoni (evitiamo di parlare dei
vari tipi di semitoni... semplifichiamo col temperamento equalizzato) che
separano i due suoni (particolarmente utile nella musica in cui non c'è
gerarchia tra i dodici semitoni) oppure contando i gradi di una scala che
separano i due suoni stessi e quindi adoperando le convenzioni della scala
Infatti, ecco perchè i poveri ignari che affrontano la musica possono
essere un po' spiazzati di fronte ad un termine che corrisponde a tanti
concetti diversi.
Post by Ivan
usata. Quando dici che gli intervalli non sono fatti di note dici il vero
ma è come dire che una distanza non è "fatta di metri", però con il metro
la posso misurare... ed a noi un sistema per misurare serve! In questo
beh, c'è un po' di differenza... comunque sono d'accordo che come
sistema per misurare gli intervalli (diatonici) vale la definizione che
usa i gradi della scala (e come potrei dire altrimenti!). Poi questo
sistema soddisfa anche le l'algebra dei numeri interi se si applica la
corrispondenza Xa -> X - 1 (p.es. 7a -> 6), come scrissi.
Post by Ivan
senso è corretto misurare gli intervalli con i gradi di una scala perché
questa è definita e i vari "scalini" corrispondono ad una misura fisica ben
precisa (esprimibile anche con formule matematiche) che ci serve, per
l'appunto, a misurare l'intervallo stesso che quindi è rappresentato dal
numero di "note" che separa i due suoni.
Non vedo il "quindi", è semplicemente una definizione, non una
conseguenza logica.
Post by Ivan
Orpo... rischio di diventar antipatico... scusate...
Credo di aver oltrepassato io il limite! Ma volevo solo far notare come
questi benedetti intervalli possano confondere un principiante.

g
Ivan
2004-03-04 11:33:24 UTC
Permalink
Post by Giuliano G
tuttavia credo che
alle difficoltà che i non addetti ai lavori trovano nel capire gli
intervalli derivi dalla definizione un po' ambigua che essi hanno, o
meglio, al fatto che "intervallo" tout court non ha un solo significato.
Non addetti ai lavori? ma allora qualsiasi termine in un campo
specialistico potrebbe diventar cosa da "pelo nell'uovo".
Qui si parla di intervallo in un contesto musicale e ti posso assicurare
che i musicisti hanno chiaro il significato del termine.
Post by Giuliano G
Post by Ivan
se dici 2+7 = 8 è SEMPRE sbagliato!
L'uso dei numeri, dei segni d'operazione e di ugualianza non è...
arbitrario.
devo obiettare. Certo che all'interno di una nomenclatura o convenzione
l'arbitrio non c'è (a meno che non vi sia "by design"), ma il
significato dei simboli può essere diverso, ed ovviamente non ho mai
inteso quell'eguaglianza come aritmetica in base 10. Volevo solo
esprimere il mio "sconforto" nel calcolare rapidamente intervalli
composti, per esempio, 8a + 8a + 8a = 22a (spero che ora tu non abbia
da obiettare!) quando sarebbe più semplice se l'ottava fosse chiamata
7a e quindi l'uguaglianza di prima si esprimesse 7 x 3 = 21. Ma certo
che non è una tragedia, me la posso cavare... mi chiedo solo quando
questa nomenclatura è nata, e se non fosse appunto un'influenza greca a
renderla tale.
Continuiamo a non capirci: non è questione di nomenclatura ma di
"semplificazione" sbagliata. Pensare che una terza possa essere scritta con
il numero 3 e identificata con il numero 3 è sbagliato: non ci piove! ed è
per questo che i conti non tornano (questo lo puoi fare solo contando i
singoli semitoni come si fa nella musica dodecafonica seriale). Se poi, per
facilitare il compito ai "non addetti ai lavori" (ma chi studia queste cose
diventa addetto ai lavori per definizione...), si usa questa
semplificazione non lamentiamoci che i conti non tornano.
Poi sul fatto che "se l'ottava fosse chiamata settima..." sorvoliamo... è
l'apoteosi dell'errore per correggere l'errore... alla faccia della
comprensione per i non addetti ai lavori.
Un po' come la teoria del flogisto...
Post by Giuliano G
ma scusa, non è che l'altezza, anche in musica, corrisponde alla
frequenza del suono? Allora l'intervallo non è certamente la differenza
di altezze. Perdona la pignoleria! Al più è il rapporto tra le stesse,
In musica si misura con l'orecchio: per differenza intendevo quello che
l'orecchio percepisce come "salto" tra una frequenza e l'altra. Mai cantato
in un coro? se dai l'intonazione più alta o più bassa tutto il coro canta
più alto o più basso l'intero pezzo il che vuol dire che il cantore
percepisce la "differenza" di altezza fra due frequenze e la riproduce
indipendentemente dall'altezza assoluta in cui si trova (per lo meno entro
i limiti fidiologici...). L'orecchio fa fatica a far "rapporti" intesi come
procedura matematica, però hai ragione dal punto di vista strettamente
numerico.
Post by Giuliano G
Il problema è che vi è una
stratificazione di significati attaccata al termine intervallo: non è
un termine univoco.
Una cosa è dire un intervallo di un tono o di un semitono, una cosa è
dire un intervallo di seconda, di terza, etc..
Invece qui sbagli. Se definisci un sistema di temperamento allora una
seconda può benissimo corrispondere ad un tono. Quando usiamo una scala non
definiamo solo nomi di gradi ma frequenze ben precise. Nel sistema
temperato equalizzato l'intervallo di seconda maggiore è sempre esattamente
di un tono, una seconda minore sempre esattamente un semitono (ed evitiamo
qui la differenza tra i vari semitoni... discorso lungo e complesso che con
la classificazione degli intervalli di cui stiamo parlando non centra
molto).
Post by Giuliano G
Credo (ma qui chiedo conferma) che i primi siano chiamati intervalli
cromatici mentre i secondi siano chiamati diatonici (in quanto legati
alla scala diatonica). I primi corrispondono effettivamente al rapporto
delle frequenze ed i secondi ai gradi della scala. Corretto? (E nemmeno
questo non esaurisce i tipi di intervallo, mi pare...)
Fai un po' di confusione, il significato di cromatico e diatonico nella
classificazione degli intervalli serve a definire un'entità legata al
"temperamento", cioè al sistema di accordatura. Se si usa una intonazione
di tipo pitagorica (detta naturale) basata sui rapporti matematici semplici
(1/2 per l'ottava ad esempio) la progressione di quinte giuste
(matematiche) produce tutta una serie di suoni che riportata all'interno
dell'ottava determina differenze molto piccole fra suoni vicini tali che
(lo dico a spanne, eventualmente si può consultare un testo di acustica),
per esempio, il Fa# calcolato come quinta giusta di Si risulti diverso ed
un po' più alto del solb calcolato come quinta giusta discendente da Reb.
Nella teoria degli intervalli viene definito cromatico il semitono tra Fa e
Fa# e diatonico l'intervallo tra Fa e Solb. Il tono viene definito come
"somma" (somma dell'orecchio ovvio) di un semitono cromatico e di uno
diatonico in qualsiasi ordine. Per esempio: Mi-Fa diatonico, fa-Fa#
cromatico Mi-Fa# tono.
Una scala temperata in maniera equanime annulla queste differenze
unificandole (sempre detto a spanne ovvio...) e di fatto quindi uno
strumento con tastiera equalizzata di fatto si trova a non aver differenza
tra i due tipi di intervallo di semitono.
Il fatto che si usino scale "accordate" permette comunque una misura
precisa degli intervalli appunto perché le frequenze delle singole note
sono di fatto un "metro" indiscutibile.
Altro discorso se si intendono tutte le variabili dovute ai sistemi di
accordatura... per ogni una avremo casi specifici! Ma questo è argomento
che non centra con il problema posto:
"usare i gradi per misurare gli intervalli è sbagliato perché non mi ci
ritrovo con i numeri"
questo in soldoni affermavi)
Post by Giuliano G
Infatti, ecco perchè i poveri ignari che affrontano la musica possono
essere un po' spiazzati di fronte ad un termine che corrisponde a tanti
concetti diversi.
Ma se affrontano la musica affronteranno anche il significato
dell'intervallo nel contesto dell'argomento affrontato... non si può sapere
prima quel che si studia dopo :-)
Post by Giuliano G
Poi questo
sistema soddisfa anche le l'algebra dei numeri interi se si applica la
corrispondenza Xa -> X - 1 (p.es. 7a -> 6), come scrissi.
Non è un problema algebrico, se fosse un problema algebrico si potrebbe
dire:
Posto 1a, 2a, 3a... Na uguale a 1, 2, 3... n
l'intervallo risultante dalla somma (somma... ad orecchio ovvio) di due
intervalli è dato da
n+n=x-1
dove x-1 è l'intervallo risultante
E questo risolverebbe quel "piccolo" errore che hai fatto: considerare
l'ottava come una settima :-)
Ma questo lo insegnano in tutti i corsi di solfeggio... anche per calcolare
i rivolti dei bicordi... hai saltato le lezioni? :-)))
Post by Giuliano G
Post by Ivan
è corretto misurare gli intervalli con i gradi di una scala perché
questa è definita e i vari "scalini" corrispondono ad una misura fisica ben
precisa (esprimibile anche con formule matematiche) che ci serve, per
l'appunto, a misurare l'intervallo stesso che quindi è rappresentato dal
numero di "note" che separa i due suoni.
Non vedo il "quindi", è semplicemente una definizione, non una
conseguenza logica.
se le note hanno una altezza ben precisa il contare le note corrisponde a
misurare una "differenza" ben precisa, è abbastanza logico...
Se la scala di casa ha gradini di 30 cm contando gli scalini misuro anche
l'altezza della scala in cm... Monsieur de Lapalisse...
Post by Giuliano G
Post by Ivan
Orpo... rischio di diventar antipatico... scusate...
Credo di aver oltrepassato io il limite! Ma volevo solo far notare come
questi benedetti intervalli possano confondere un principiante.
Confondono solo le cose poco chiare e falsamente semplificate. Se si
inquadra bene il problema la confusione non esiste. E del resto è compito
del principiante capire... le scorciatoie sono una brutta cosa... quel che
si salta prima lo si ritrova invalicabile poi.
Ciao
SBIANCO
2004-03-04 15:04:11 UTC
Permalink
Parole sante.
Post by Ivan
Confondono solo le cose poco chiare e falsamente semplificate. Se si
inquadra bene il problema la confusione non esiste. E del resto è compito
del principiante capire... le scorciatoie sono una brutta cosa... quel che
si salta prima lo si ritrova invalicabile poi.
Ciao
Kirin
2004-03-04 22:41:37 UTC
Permalink
Ivan <***@libero.it> ha scritto:

E del resto è compito
Post by Ivan
del principiante capire... le scorciatoie sono una brutta cosa... quel che
si salta prima lo si ritrova invalicabile poi.
Complimenti per la pazienza .
--
Kirin

Inviato da www.mynewsgate.net

Daghi
2004-03-01 15:18:37 UTC
Permalink
Post by pasaico
Post by Moosbrugger
Sesta maggiore.
me la puoi spiegare per favore?
grazie mille!
Applica la "proprietà invariantiva" e togli un bemolle a ciascuna delle due
note. L'intervallo resterà uguale, ma più "semplice": lab - fa. e vedi
chiaramente (spero) che è una sesta maggiore.

d
pasaico
2004-03-01 16:53:15 UTC
Permalink
Post by Moosbrugger
Sesta maggiore.
se dico sesta giusta sbaglio?

la seconda può essere maggiore o minore? no vero?
Moosbrugger
2004-03-01 17:39:46 UTC
Permalink
Post by pasaico
se dico sesta giusta sbaglio?
Sì : "giuste" possono essere le quarte, le quinte, le ottave e gli unisoni.
Non le seste.
Post by pasaico
la seconda può essere maggiore o minore? no vero?
E invece sì :-)
La seconda maggiore corrisponde alla distanza di tono ( do - re ), la
seconda minore a quella di semitono ( do - re bemolle ).

Ciao

Moos
--
"Cosa dificile qui ?!? Se io avevo questa prima vista in Mosca mandavano me
Siberia !!"

Pavel Vernikov
pasaico
2004-03-01 17:54:41 UTC
Permalink
Post by Moosbrugger
E invece sì :-)
La seconda maggiore corrisponde alla distanza di tono ( do - re ), la
seconda minore a quella di semitono ( do - re bemolle ).
e scusami allora la seconda diminuita come la faccio? come la minore?


scusami se ti faccio queste domande ma voglio capirci un pò di più!

mantenendo il sol# al soprano puoi farmi un esempio di una triade in primo
rivolto con la sottodominate al basso? in quattro parti!


grazie ancora del tuo tempo!
Moosbrugger
2004-03-01 18:29:01 UTC
Permalink
"pasaico" <***@email.it> ha scritto nel messaggio
news:BNK0c.45287
Post by pasaico
e scusami allora la seconda diminuita come la faccio? come la minore?
No : do - re bb.
Post by pasaico
scusami se ti faccio queste domande ma voglio capirci un pò di più!
Leggersi un libro, no ?
Post by pasaico
mantenendo il sol# al soprano puoi farmi un esempio di una triade in primo
rivolto con la sottodominate al basso?
No, non mi è chiara la tua richiesta. Per "sottodominante" intendi il quarto
grado della scala basata sulla fondamentale della triade, da cui uscirebbe
qualcosa come qualcosa come do# - si# - re# - sol# ?
Post by pasaico
in quattro parti!
E in triplice copia, no ? :-)))

Ciao

Moos
--
Allargate l'area della coscienza !

Allen Ginsberg
pasaico
2004-03-01 20:40:18 UTC
Permalink
Post by Moosbrugger
Leggersi un libro, no ?
sto leggendo il piston
Post by Moosbrugger
No, non mi è chiara la tua richiesta. Per "sottodominante" intendi il quarto
grado della scala basata sulla fondamentale della triade, da cui uscirebbe
qualcosa come qualcosa come do# - si# - re# - sol# ?
e un esercizio del libro piston pagna 20 seconda riga!
Post by Moosbrugger
E in triplice copia, no ? :-)))
parti late
Post by Moosbrugger
Ciao
Moos
grazie ancora
pasaico
pasaico
2004-03-02 10:07:39 UTC
Permalink
Post by Moosbrugger
No : do - re bb.
io non riesco a capire!
do re bb come fa ad essere minore!?
Leonardo Polato
2004-03-01 23:21:31 UTC
Permalink
Post by pasaico
mantenendo il sol# al soprano puoi farmi un esempio di una triade in primo
rivolto con la sottodominate al basso? in quattro parti!
Al basso hai mi, sopra hai un accordo di mi 6, con sol # al
sop., e almeno un do # in un' altra parte (primo rivolto dell'accordo di do
# min.);
la terza parte può avere il raddoppio del do# o del sol# o del basso (un pò
più raro:
bisogna vedere il contesto in cui si trova l'accordo).
La tonalità è si maggiore.

Ciao

Leonardo
pasaico
2004-03-02 10:06:52 UTC
Permalink
Post by Leonardo Polato
Al basso hai mi, sopra hai un accordo di mi 6, con sol # al
sop., e almeno un do # in un' altra parte (primo rivolto dell'accordo di do
# min.);
la terza parte può avere il raddoppio del do# o del sol# o del basso (un pò
bisogna vedere il contesto in cui si trova l'accordo).
La tonalità è si maggiore.
grazie
{PM}
2004-03-01 17:06:23 UTC
Permalink
Post by pasaico
esiste un software che ti dice gli intevalli?
Per esempio, Solfege (freeware), software di
addestramento dell'orecchio, riconoscimento di scale,
intervalli, accordi, ritmi etc.
http://sourceforge.net/project/showfiles.php?group_id=1465
(versione per linux o per windows)
ciao
PM
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