a***@yahoo.com
2019-05-14 23:27:40 UTC
E' proprio il caso di segnalare questa meravigliosa sonata per basso continuo, arpa (o liuto) e cembalo, di Gregorio Strozzi. In questo video è purtroppo tagliata nei minuti finali, ma credo che la durata complessiva sia più che sufficiente ad invogliare a procurare il CD con la traccia completa:
Parliamo di Gregorio Strozzi, dunque, organista della chiesa dei Santi Severino e Sossio. Un complesso religioso pieno di sorprese, perché tra le centinaia e centinaia di opere d'arte in essa contenute, c'è una curiosissima tomba, di un tale Camillo de' Medici di Gragnano:
https://it.wikipedia.org/wiki/Camillo_de%27_Medici_di_Gragnano
Ora, incuriosito dal cercare di capire per quale dannato motivo quel papa di Procida, di cui ho parlato giorni fa, avesse come amministratore di fiducia quel Giovanni di Bicci da cui partì la fortuna fiorentina medicea del '400, ho fatto qualche piccola ricerchina.
Insomma, chi erano questi benedetti MEDICI?
E, soprattutto, da dove venivano?
Firenze, direte voi. Ehm, ahimè, non proprio...
Ora, pochissimissimi sapranno che a Napoli vi furono ben due rami, peraltro ben distinti, della celeberrrrrrima famiglia Medici. Il primo ramo, quello dei Medici di Ottaviano (terre depressissime, dirà Acremone), divenne famoso per due ragioni: per aver dato i natali a Papa Leone XI, proprietario di uno splendido castello, che ebbe una tristissima storia
https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_mediceo
Lo stesso ramo diede i natali a Luigi de' Medici, colui che si potrebbe definire l'ultimo presidente del consiglio dei ministri del Regno delle Due Sicilie:
https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_de%27_Medici_di_Ottajano
Ma ci interessa soprattutto l'altro ramo mediceo, quello dei "Medici di Gragnano". Perché fino a pochi anni fa si pensava che esso fosse un ramo dell'albero fiorentino. E se invece fosse il contrario? Se cioè quello fiorentino fosse derivazione dell'albero partenopeo? Perché ecco spunta una sopresa incredibile, dalla Biblioteca Nazionale di Napoli: un atto notarile di un tale Guglielmo de' Medici di Gragnano che, già nel 1269 era "percettore di collette".
Ma che strana sorpresa! Quelle terre depressissime (a detta di Acremone; ma la pasta che fanno lì se la sognano nelle terre non depresse), insomma, danno i natali ad un MEDICI BANCHIERE DEL RE già nel 1269! E quindi, ahilòro, coloro che volessero andare più indietro del XIII secolo per risalire alle origini e capire la storia di questa singolare famiglia, dovrebbero cercare NON negli archivi toscani, ma in quelli della città della pasta (Gragnano, appunto). Perché, a seguire abbiamo UNA VERA SFILZA DI Medici napoletani, tutti assurti a cariche prestigiose: chi "familiare della regina" (Damiano de' Medici, nel 1343; notiamo che negli stessi anni, il padre del papa ischitano era ammiraglio della stessa regina), chi arcivescovo (Cola de' Medici), chi giurista e governatore (Stefano de' Medici), chi "miles secretis et magister portulanus terrae Hidruntiae provintiae Basilicatae" per il Re Alfonso d'Aragona (Marino de' Medici) etc. etc.
Questo è quanto basta per lanciare l'esca della curiosità. Potrei far seguire altre succulente soprese... ma, come dice Acremone, al quale porgo in segno di simpatia un GIGLIO ANGIOI... ehm FIORENTINO: meglio lasciar perdere la storia di terre depresse. E meglio brancolare nel buio della Storia, ad uso e consumo del turismo di massa.
Parliamo di Gregorio Strozzi, dunque, organista della chiesa dei Santi Severino e Sossio. Un complesso religioso pieno di sorprese, perché tra le centinaia e centinaia di opere d'arte in essa contenute, c'è una curiosissima tomba, di un tale Camillo de' Medici di Gragnano:
https://it.wikipedia.org/wiki/Camillo_de%27_Medici_di_Gragnano
Ora, incuriosito dal cercare di capire per quale dannato motivo quel papa di Procida, di cui ho parlato giorni fa, avesse come amministratore di fiducia quel Giovanni di Bicci da cui partì la fortuna fiorentina medicea del '400, ho fatto qualche piccola ricerchina.
Insomma, chi erano questi benedetti MEDICI?
E, soprattutto, da dove venivano?
Firenze, direte voi. Ehm, ahimè, non proprio...
Ora, pochissimissimi sapranno che a Napoli vi furono ben due rami, peraltro ben distinti, della celeberrrrrrima famiglia Medici. Il primo ramo, quello dei Medici di Ottaviano (terre depressissime, dirà Acremone), divenne famoso per due ragioni: per aver dato i natali a Papa Leone XI, proprietario di uno splendido castello, che ebbe una tristissima storia
https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_mediceo
Lo stesso ramo diede i natali a Luigi de' Medici, colui che si potrebbe definire l'ultimo presidente del consiglio dei ministri del Regno delle Due Sicilie:
https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_de%27_Medici_di_Ottajano
Ma ci interessa soprattutto l'altro ramo mediceo, quello dei "Medici di Gragnano". Perché fino a pochi anni fa si pensava che esso fosse un ramo dell'albero fiorentino. E se invece fosse il contrario? Se cioè quello fiorentino fosse derivazione dell'albero partenopeo? Perché ecco spunta una sopresa incredibile, dalla Biblioteca Nazionale di Napoli: un atto notarile di un tale Guglielmo de' Medici di Gragnano che, già nel 1269 era "percettore di collette".
Ma che strana sorpresa! Quelle terre depressissime (a detta di Acremone; ma la pasta che fanno lì se la sognano nelle terre non depresse), insomma, danno i natali ad un MEDICI BANCHIERE DEL RE già nel 1269! E quindi, ahilòro, coloro che volessero andare più indietro del XIII secolo per risalire alle origini e capire la storia di questa singolare famiglia, dovrebbero cercare NON negli archivi toscani, ma in quelli della città della pasta (Gragnano, appunto). Perché, a seguire abbiamo UNA VERA SFILZA DI Medici napoletani, tutti assurti a cariche prestigiose: chi "familiare della regina" (Damiano de' Medici, nel 1343; notiamo che negli stessi anni, il padre del papa ischitano era ammiraglio della stessa regina), chi arcivescovo (Cola de' Medici), chi giurista e governatore (Stefano de' Medici), chi "miles secretis et magister portulanus terrae Hidruntiae provintiae Basilicatae" per il Re Alfonso d'Aragona (Marino de' Medici) etc. etc.
Questo è quanto basta per lanciare l'esca della curiosità. Potrei far seguire altre succulente soprese... ma, come dice Acremone, al quale porgo in segno di simpatia un GIGLIO ANGIOI... ehm FIORENTINO: meglio lasciar perdere la storia di terre depresse. E meglio brancolare nel buio della Storia, ad uso e consumo del turismo di massa.