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2019-07-01 20:50:44 UTC
Bisogna trovare un modo per dar vita a questo agonizzante newsgroup, agonizzante a dir poco, e un modo potrebbe essere quello di introdurre ANTONIO VALENTE.
Attenzione: con Valente non parliamo semplicemente di ottima musica; qui siamo nel campo dell'ECCEZIONALE, senza alcuna esagerazione che i maligni e i burloni direbbero campanilistica.
Ma chi è ANTONIO VALENTE? Presto detto: l'indiscutibile padre storico della musica per tastiera. Il primo autore di una raccolta interamente dedicata al clavicembalo ("Intavolatura de cimbalo", Napoli, 1576); e colui che, in pieno Rinascimento, inaugurò la forma della Fantasia.
Basterebbero questi due soli dati storici a dar glorioso ed immortale lustro a questo compositore, e questi due dati ci fanno anche capire come mai fu la stessa Scuola Napoletana a partorire infine l'Omega della musica per cembalo (Domenico Scarlatti): in effetti Domenico Scarlatti chiude un'incredibile parabola di clavicembalisti che ha l'Alfa proprio in Antonio Valente e che durò circa due secoli.
Ma sarebbe vergognosamente riduttivo dare ad Antonio Valente meriti prettamente storici: se Trabaci riduce l'importanza dell'emulo Frescobaldi, Antonio Valente giganteggia su tutti per qualità precipuamente musicali.
Queste qualità fino a pochissimi anni fa non potevano neanche essere intuite. Recentemente, invece, le musiche di danza dell'Intavolatura sono state ricostruite secondo logica e criterio.
E così si è capito (non ci voleva tanto, in realtà) che il termine "tenore", ad esse associato, non è usato a caso e indica la parte principale in un complesso di strumenti, tipicamente basati su cembalo ed arpa. Guai ad eseguire queste danze con il solo cembalo, peggio ancora all'organo: suonerebbero balorde e insensate, oltre che del tutto estranee e inadatte alla loro originaria e dichiarata funzione, che è appunto quella di accompagnamento dei balli.
Ma quante musiche di danza del '600 abbiamo sentito, noi tutti? Quante gagliarde, minuetti, gighe etc. tutte uguali, banali e amorfe? Pensate alla musica francese, barocca e incipriata, e sentite che differenza fa il Genio di Antonio Valente, e con quanti anni di anticipo!
Queste danze sono travolgenti, ritmicamente potenti e serrate, armonicamente luminose. Il cembalo si inoltra in una serie di vorticose figure che creano un senso di stordimento.
Nel genere contrappuntistico, egualmente presente nella raccolta, Valente si affida intellettualmente agli artifici più complessi e raffinati. Stupisce peraltro come una simile scrittura sia stata partorita nella condizione di totale cecità:
E così il lato colto della musica si accosta, in questo compositore, al ritmo primigenio delle danze: coincidentia oppositorum chiave, insomma, per una raccolta cembalistica nel suo senso perfetto e compiuto, abbandonato nei secoli successivi.
Sosteniamo infine, senza esitazione, la pubblicazione di questo CD, la cui qualità di registrazione mi pare ottima:
https://www.produzionidalbasso.com/project/paola-erdas-new-solo-cd-intavolatura-de-cimbalo-antonio-valente-napoli-1576/
P.S) A titolo di curiosità: notate le affinità delle armonie del "Tenore grande alla napolitana" con la "Chanson balladée"? E notate l'analogia del ritmo del "Tenore del passo e mezzo" con quello dell'Allegretto della settima sinfonia di LVB (non a caso definita "apoteosi della danza")?
Attenzione: con Valente non parliamo semplicemente di ottima musica; qui siamo nel campo dell'ECCEZIONALE, senza alcuna esagerazione che i maligni e i burloni direbbero campanilistica.
Ma chi è ANTONIO VALENTE? Presto detto: l'indiscutibile padre storico della musica per tastiera. Il primo autore di una raccolta interamente dedicata al clavicembalo ("Intavolatura de cimbalo", Napoli, 1576); e colui che, in pieno Rinascimento, inaugurò la forma della Fantasia.
Basterebbero questi due soli dati storici a dar glorioso ed immortale lustro a questo compositore, e questi due dati ci fanno anche capire come mai fu la stessa Scuola Napoletana a partorire infine l'Omega della musica per cembalo (Domenico Scarlatti): in effetti Domenico Scarlatti chiude un'incredibile parabola di clavicembalisti che ha l'Alfa proprio in Antonio Valente e che durò circa due secoli.
Ma sarebbe vergognosamente riduttivo dare ad Antonio Valente meriti prettamente storici: se Trabaci riduce l'importanza dell'emulo Frescobaldi, Antonio Valente giganteggia su tutti per qualità precipuamente musicali.
Queste qualità fino a pochissimi anni fa non potevano neanche essere intuite. Recentemente, invece, le musiche di danza dell'Intavolatura sono state ricostruite secondo logica e criterio.
E così si è capito (non ci voleva tanto, in realtà) che il termine "tenore", ad esse associato, non è usato a caso e indica la parte principale in un complesso di strumenti, tipicamente basati su cembalo ed arpa. Guai ad eseguire queste danze con il solo cembalo, peggio ancora all'organo: suonerebbero balorde e insensate, oltre che del tutto estranee e inadatte alla loro originaria e dichiarata funzione, che è appunto quella di accompagnamento dei balli.
Ma quante musiche di danza del '600 abbiamo sentito, noi tutti? Quante gagliarde, minuetti, gighe etc. tutte uguali, banali e amorfe? Pensate alla musica francese, barocca e incipriata, e sentite che differenza fa il Genio di Antonio Valente, e con quanti anni di anticipo!
Queste danze sono travolgenti, ritmicamente potenti e serrate, armonicamente luminose. Il cembalo si inoltra in una serie di vorticose figure che creano un senso di stordimento.
Nel genere contrappuntistico, egualmente presente nella raccolta, Valente si affida intellettualmente agli artifici più complessi e raffinati. Stupisce peraltro come una simile scrittura sia stata partorita nella condizione di totale cecità:
E così il lato colto della musica si accosta, in questo compositore, al ritmo primigenio delle danze: coincidentia oppositorum chiave, insomma, per una raccolta cembalistica nel suo senso perfetto e compiuto, abbandonato nei secoli successivi.
Sosteniamo infine, senza esitazione, la pubblicazione di questo CD, la cui qualità di registrazione mi pare ottima:
https://www.produzionidalbasso.com/project/paola-erdas-new-solo-cd-intavolatura-de-cimbalo-antonio-valente-napoli-1576/
P.S) A titolo di curiosità: notate le affinità delle armonie del "Tenore grande alla napolitana" con la "Chanson balladée"? E notate l'analogia del ritmo del "Tenore del passo e mezzo" con quello dell'Allegretto della settima sinfonia di LVB (non a caso definita "apoteosi della danza")?