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Stella, Lacorcia, Boezio e il finto Canto Gregoriano
(troppo vecchio per rispondere)
a***@yahoo.it
2018-11-29 20:36:02 UTC
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Questo eccezionale Stabat Mater, che si direbbe dodecafonico, è farina del sacco di Scipione Stella, compositore del circolo dei Dentice-Gesualdo.



Essendo pure questo tutto in falsobordone, è falsissima dunque (e mi dispiace dirlo ad Acremone, il quale sicuramente ci rimarrà male) la teoria per cui il cromatismo diciamo "duro" fu portato dai fiamminghi a Napoli. Del resto, questo tipo di armonie non esistono certo nelle composizioni nei territori delle Fiandre.
No, proprio no. Ci sono tutte le prove del mondo, ci sono persino i trattati teorici: questo stile fu elaborato dai Dentice per la controriforma voluta da Paolo IV, fatta proprio in OPPOSIZIONE ai fiamminghi (e a Palestrina!) e al fine di dare moderna espressione ai falsibordoni in stile arcaico; e quindi fu diffuso nella corte di Gesualdo.

Ma cerchiamo di capire un po' meglio cos'è questo genere. Io ho parlato di nuovo Canto Gregoriano. Ma com'è possibile che, in pieno Rinascimento, i Dentice vogliano recuperare il Medioevo? La faccio semplice, anche se semplice non è. In realtà, il "canto gregoriano" che conosciamo noi è una bufala colossale, antistorica e antiestetica. Mi riferisco cioè a quelle monodie all'unisono con effetto sommesso e meditativo che vengono cantate dai monaci nei monasteri e in certe funzioni liturgiche. L'idea peraltro che lunghe sequenze di note all'unisono senza accompagnamento possano avere senso o addirittura piacere, o evocare misticismo, è un altro di quei fenomeni di stordimento di massa, difficili da spiegare anche ammettendo l'ignoranza che regnava nel secolo scorso. Quando poi si associano queste melodie alle immagini pittoresche dei monasteri stile "Nome della rosa", si raggiunge il massimo del nonsenso.

Ebbene, "Canto gregoriano" non è altro che una dicitura convenzionale per indicare i canti boeziani, o pre-boeziani, della Roma paleocristiana, non certo del medioevo.
Quella roba che si associa alle immagini del medioevo, con i monaci che cantano sommessi all'unisono, non ha niente a che vedere con il canto della Roma antica. E il canto della Roma antica veniva totalmente armonizzato, era accompagnato con gli organi, era cantato in polifonia ed aveva carattere grandioso.

Altro che "medioevo"...! qui parliamo della Roma imperiale; quella, per intenderci, di Costantino, delle cattedrali paleocristiane e dei grandi mosaici. Quella che ebbe limite temporale con Boezio e Teodorico.

Tornando ai Dentice, costoro scrissero un trattato sulla musica di BOEZIO, e da lì ripresero la pratica antica del canto, in opposizione a quella fiamminga.
Ecco perché questa è musica RINASCIMENTALE. Si ritorna all'antica Roma (e all'antica Grecia) ancora una volta, con la monodia armonizzata.
Palestrina, invece, non ha assolutamente nulla di rinascimentale. E' musica di derivazione FIAMMINGA. Si può dire che sia musica composta durante il periodo rinascimentale, giammai che sia musica rinascimentale.

In conclusione: io invito tutti a non cadere nell'equivoco del canto gregoriano posticcio, quello che viene fatto ascoltare nei film e nei documentari e che si associa al medioevo. Niente di tutto questo è "canto gregoriano". Il canto gregoriano è un canto della Roma imperiale, grandioso e ad armonia piena.

Io sono da parecchi anni ormai convinto che il medioevo europeo, malgrado tanti tentativi di rivitalizzazione da parte di alcuni studiosi, sia stato solo un lunghissimo periodo di miseria e di ignoranza estreme. E per capire davvero che miseria estrema sia stato questo medioevo è oggidì letteralmente d'obbligo visitare Pompei e il Museo Archeologico di Napoli. Il Rinascimento ha cercato di recuperare la civiltà antica, e certo è riuscito solo in piccola parte nell'intento. Ma illudersi che nel medioevo ci sia stata civiltà, a fronte di quello che c'era un millennio prima...



...è talmente assurdo che stupisce che qualche studioso possa ancora crederlo.

Segnalo infine gli stupendi madrigali di Scipione Lacorcia, altro membro del circolo di Gesualdo. Secondo me sono anche più belli di quelli di Gesualdo stesso. Direi anzi che sono i più belli dell'epoca.



Ritornerò sull'argomento.
Qui purtroppo l'esecuzione è a voci sole: pessima ed assurda pratica, incrostata nei decenni passati, a cui oggi si sta finalmente iniziando a porre rimedio, riprendendo ad accompagnare queste composizioni con strumenti vari. Se oggi Gesualdo, che era celebre per saper suonare tanti strumenti diversi, tornasse in vita e ascoltasse i suoi madrigali a cappella, si metterebbe a ridere.
Anzi, giacché ci sono, segnalo pure, a tal proposito, questo ottimo cd, contenente una raccolta di madrigali di Pomponio Nenna:


Acremone
2018-11-30 09:21:26 UTC
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Post by a***@yahoo.it
Essendo pure questo tutto in falsobordone, è falsissima dunque (e mi
dispiace dirlo ad Acremone, il quale sicuramente ci rimarrà male) la
teoria per cui il cromatismo diciamo "duro" fu portato dai fiamminghi
a >Napoli. Del resto, questo tipo di armonie non esistono certo nelle
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composizioni nei territori delle Fiandre.
<ironico>
In effetti mi stai facendo soffrire terribilmente all'idea che i
fiamminghi fossero solo quattro cialtroni biondicci.
Mi consolo col fatto che la scuola di Pomponio Nenna abbia fatto la fine
dei Neanderthal. Una linea della storia della musica con caratteri
proprio che per una serie di ragioni si è estinta, per essere riletta
dai musicologi.
</ironico>
A parte gli scherzi, non mi ribello all'idea che i polifonisti
fiamminghi siano più famosi dei napoletani. Per te sarà il solito
"ostracismo" contro il Sud Italia, per me no. Lo confesso e tu lo
immagini: ascolto i fiamminghi più volentieri.
a***@yahoo.it
2018-11-30 13:33:03 UTC
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Post by Acremone
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Essendo pure questo tutto in falsobordone, è falsissima dunque (e mi
dispiace dirlo ad Acremone, il quale sicuramente ci rimarrà male) la
teoria per cui il cromatismo diciamo "duro" fu portato dai fiamminghi
a >Napoli. Del resto, questo tipo di armonie non esistono certo nelle
Post by a***@yahoo.it
composizioni nei territori delle Fiandre.
<ironico>
In effetti mi stai facendo soffrire terribilmente all'idea che i
fiamminghi fossero solo quattro cialtroni biondicci.
Mi consolo col fatto che la scuola di Pomponio Nenna abbia fatto la fine
dei Neanderthal. Una linea della storia della musica con caratteri
proprio che per una serie di ragioni si è estinta, per essere riletta
dai musicologi.
</ironico>
Mai pensato che i fiamminghi fossero solo quattro cialtroni.
Ma credere che i fiamminghi andassero a Napoli (e poi nel resto delle città italiane) per insegnare la pittura e la musica è un abbaglio bello e buono.
Sicuramente i fiamminghi importarono alcune tecniche; altrettanto sicuramente ne appresero di altre, dai maestri italiani.

In questi casi, come ci si districa, e come si riconoscono opere di valore straordinario?

Molto semplice: occorre trovare eccellenti esemplari di stile puro fiammingo o rinascimentale; oppure eccellenti esemplari di linguaggio sincretico.

Per quanto riguarda il secondo caso, io sino ad ora sono riuscito a trovare nella pittura pochissimi casi davvero esemplari. E' difficile trovare eccellenti pittori che coniugano con armonia due stili così contrapposti. Ma con un po' di pazienza questi casi si trovano. E quante belle sorprese spuntano! Perché non vi è nulla di più bello, nell'arte, del sincretismo di culture diverse.

E allora, dopo Antonello da Messina e poi "Alberto Duro", ecco che spunta fuori un tale Francesco Pagano da Napoli, mandato dal futuro Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) ad assumere il ruolo di primo pittore per gli affreschi dell'intera cattedrale di Valencia (1472):

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Sulla qualità di questi affreschi, primo esempio documentato della pittura rinascimentale in Spagna, credo che non vi sia nulla da dire, se non ammirare in silenzio. Vale però la pena sottolineare che questi colori così vivi sono stati realizzati con materiali evidentemente sconosciuti alla pittura toscana del periodo, di sicura derivazione fiamminga e qui sposati alla classicità, tutta italiana, delle figure angeliche.

Ma questo non sarebbe ancora nulla se nella bottega di questo Pagano non vi si trovasse, in qualità di apprendista, il giovane Paolo di San Leocadio da Reggio Emilia. Ora, Acremone, non ti pare un po' strano che un giovane pittore da Reggio nell'Emilia anziché formarsi nelle scuole locali o nella vicina Firenze, se ne va a Napoli? Io certi interrogativi me li porrei.

Per quanto riguarda il primo caso, cioè quello dello stile "puro" rinascimentale o fiammingo, io qualche esempio te l'ho dato, a partire dal Miserere di Fabrizio Dentice. Tu dirai che i Dentice hanno fatto la fine di Neanderthal; non credo sia vero, e la diffusione odierna di musiche della corte di Gesualdo sta lì a dimostrare quanto non sia vero. Ma anche se fosse vero, solo un sordo non può stupirsi e rimanere affascinato nell'ascoltare il Canto Boeziano recuperato dal nulla. E come è diverso e nuovo tutto ciò rispetto alle migliaia di contrappunti di maniera che all'epoca venivano diffusi! Quei contrappunti tutti uguali in cui non si riconosce un autore dall'altro, applicati a qualsiasi testo sacro senza alcuna differenza; quei contrappunti in cui non si capisce una frase che sia una, e che più aggiungono voci su voci, più suonano monotoni e confusi.

Cioè, fammi capire, davvero tu preferisci ascoltare gli Stabat Mater dei Lasso, e Palestrina rispetto a quello di Scipione Stella?

La mia è una domanda senza alcuna provocazione, perché io credo che nessuna persona sana di mente potrebbe anteporre i primi due al secondo, a fronte di soli 10 secondi di ascolto.
Ma se tu li anteponessi, siccome non credo che tu sia sordo e neanche folle, l'unica spiegazione possibile che darei a questo tuo fenomeno è un curioso fastidio che tu provi per la musica di scuola più a Sud di Roma, indipendente dalla qualità della musica stessa.

Tutto questo sia detto precisando che, così come credo che ai tempi di Palestrina la scuola fiamminga puzzasse di uova marce, mi risulta molto difficile, se non impossibile, trovare una messa che ai tempi di Desprez sia accostabile, per valore, alle migliori di questo compositore.
Acremone
2018-11-30 14:27:27 UTC
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Post by a***@yahoo.it
In questi casi, come ci si districa, e come si riconoscono opere di valore straordinario?
Molto semplice: occorre trovare eccellenti esemplari di stile puro fiammingo o rinascimentale; oppure eccellenti esemplari di linguaggio sincretico.
Molto sbagliato, si usano le orecchie. Valgono solo quelle.
Il resto sono dettagli, interessanti come qualche volta riesci a
renderli, ma solo dettagli. Poi, siccome sei un dittatore, se uno ha un
udito diverso dal tuo vuol dire che non capisce nulla di politica, arte
e cultura.
Buona solitudine e buon fine settimana.
a***@yahoo.it
2018-11-30 15:58:41 UTC
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Post by Acremone
Post by a***@yahoo.it
In questi casi, come ci si districa, e come si riconoscono opere di valore straordinario?
Molto semplice: occorre trovare eccellenti esemplari di stile puro fiammingo o rinascimentale; oppure eccellenti esemplari di linguaggio sincretico.
Molto sbagliato, si usano le orecchie. Valgono solo quelle.
Pienamente d'accordo.

E infatti, proprio grazie alle orecchie si riuscirà a distinguere le parole l'una dall'altra nello Stabat Mater di Scipione Stella, e manco una in quello di Lasso. E grazie alle orecchie si farà caso a tutte le alternanze di parole dolorose (associate alle note cromatiche) e parole di distensione (associate alle note diatoniche) in Dentice; grazie alle orecchie, nulla di tutto ciò vi riconoscerà nelle note di Lasso, perché grazie alle orecchie si noterà che i modi non vi sono usati, dunque le parole non possono essere caratterizzate ma si andrà avanti solo a suon di imitazioni. E grazie alle orecchie si potrà notare cos'è un falsobordone rinascimentale (Stella) e cosa il manierismo fiammingo oltre tempo (Lasso e Palestrina). E magari, sentendo l'uso dei modi e degli ornamenti (Dentice) si potrà pure capire perché il falsobordone di Dufay (spesso splendido, peraltro) non può essere considerato in nessun caso rinascimentale.

Come del resto non può essere considerata rinascimentale l'intera musica fiamminga.

Purtroppo, o per fortuna, i fiamminghi nulla ebbero a che vedere con il recupero dell'antica Roma, malgrado tanti viaggi in Italia e molti tentativi di contatto con una cultura a loro sostanzialmente estranea. Non poterono averci a che vedere per origine geografica, lingua, storia e usanze.

La musica fiamminga va presa per quella che è, così come va presa per quella che è la musica italiana. Nessuna delle due è superiore all'altra, ma sono due culture troppo difficilmente conciliabili, e l'Italia è troppo piena di testimonianze della Roma antica perché privilegi la riscoperta della musica fiamminga a discapito di quella in stile italiano. Altrimenti si fa confusione e la confusione genera obbrobri estetici.

Naturalmente il sincretismo, cioè la fusione di due culture diverse, è la cosa più bella che esiste, secondo me. Non solo bella ma anche auspicabile. Ma arrivare davvero al sincretismo è un processo complicatissimo che solo pochi artisti sono stati in grado di realizzare. Tu, Acremone, sei di cultura fiamminga?
Acremone
2018-11-30 16:09:29 UTC
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Post by Acremone
Molto sbagliato, si usano le orecchie. Valgono solo quelle.
Pienamente d'accordo.
E infatti,
come al solito scrivi tutto il contrario.

Comunque mi interessa quello che hai scritto sul canto gregoriano. C'è
qualche esecuzione che mi (ci) raccomandi?
a***@yahoo.it
2018-11-30 16:40:36 UTC
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Post by Acremone
Post by a***@yahoo.it
Post by Acremone
Molto sbagliato, si usano le orecchie. Valgono solo quelle.
Pienamente d'accordo.
E infatti,
come al solito scrivi tutto il contrario.
Comunque mi interessa quello che hai scritto sul canto gregoriano. C'è
qualche esecuzione che mi (ci) raccomandi?
Che io sappia no... magari ci fosse! I trattati rinascimentali fino a quelli di fine '800 spiegano come armonizzare il canto gregoriano. I documenti relativi al Mormando spiegano pure come costruire organi alla maniera degli antichi romani.
Cioè era tutta roba iper-nota nei secoli passati.
Ma dal secolo scorso in poi, purtroppo, c'è solo stato un fiorire di questi terribili canti sommessi all'unisono, rafforzato dai vari film e mode sul medioevo (con cui questi canti non c'entrano nulla).
Il "nome della Rosa" (romanzo bellissimo, peraltro) ha creato un immaginario fintissimo.
Quando Umberto Eco parla del suo eroe San Tommaso d'Aquino, a Roccasecca...



...mi chiedo: ma costui è mai stato, davvero, ad Aquino?
No perché ad Aquino, nel feudo della famiglia di Tommaso, di medievale non c'è nulla di nulla. Ci sono solo costruzioni romane. Archi di trionfo, colonne, porte, necropoli.
Ecco cosa succede ad ignorare la storia del Sud Italia.
Senza contare che oggi si fa un'indicibile confusione fra arte ortodossa e bizantina, dunque dei canti imperiali di Boezio nessuno ha interesse di occuparsi.

Quindi, no, ancora non ho sentito intonare "Kyrie Eleison" a piena armonia, con la potenza che compete al significato di quelle parole.
Acremone
2018-11-30 17:15:32 UTC
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Quindi, no, ancora non ho sentito intonare "Kyrie Eleison" a piena armonia
Armonia Bizantina? Ero rimasto a Perotinus.
a***@yahoo.it
2018-11-30 18:00:41 UTC
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Post by Acremone
Post by a***@yahoo.it
Quindi, no, ancora non ho sentito intonare "Kyrie Eleison" a piena armonia
Armonia Bizantina? Ero rimasto a Perotinus.
Sottintendevo ovviamente il Kyrie alla maniera gregoriana, a piena armonia. Non secondo i modi nordici.
Acremone
2018-12-02 11:20:01 UTC
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Sottintendevo ovviamente il Kyrie alla maniera gregoriana, a piena armonia
Scusa l'ignoranza, ma non so cos'è. A parte le solite esecuzioni
rigorosamente monodiche o quelle armonizzazioni moderne per
l'accompagnamento con l'organo.

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