Discussione:
Carlo Jachino, Tecnica dodecafonica
(troppo vecchio per rispondere)
Woland
2004-12-30 13:53:09 UTC
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leggendo questo piccolo, piccolissimo manuale (19 pp.), mi sto accorgendo di
come nel 1948, per Jachino la dodecafonia fosse ormai l'unica via possibile
da inseguire nella composizione, dice:
"E poiché il concetto di dissonanza è relativo alla assuefazione
dell'orecchio a sempre maggiori complicazioni di rapporti sonori (come è
storicamente dimostrato dall'aumento dell'uso delle dissonanze), non vi è
nessuna ragione di non giungere alle estreme conseguenze di un sistema che
consente di sottrarsi al dominio convenzionale di una tonalità determinata e
alla necessità di cadenzare su di una determinata tonica."

Credete che sia possibile per un compositore, scrivere in stile
dodecafonico, senza considerare veramente, naturalmente non volendo, i suoni
in rapporto armonico tra loro?
O meglio: secondo voi un compositore che scrive in stile prettamente
dodecafonico, riuscirà ad essere altrettanto capace ed efficace, senza
conoscere l'armonia classica?

Forse è una questione datata e mal posta, ma potrebbe essere allargata a
tutto il mondo dell'avanguardia musicale.

G.
Danny Rose
2004-12-30 17:34:54 UTC
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Post by Woland
O meglio: secondo voi un compositore che scrive in stile prettamente
dodecafonico, riuscirà ad essere altrettanto capace ed efficace, senza
conoscere l'armonia classica?
Più che altro mi pare impossibile. Fermo restando che l'armonia tonale...è
un prodotto storico, non è immutabile, non è sempre stata uguale a se
stessa, è importante apprenderla anche e soprattutto studiando opere di
compositori (altrimenti è un po' come pretendere di imparare una lingua
accumulando lessico e regole grammaticali in astratto, senza mai
confrontarsi con reali situazioni comunicative).
In altre parole, ciò che di solito si definisce come tecnica dodecafonica
non rende affatto obsoleta una buona competenza in campo armonico. Imho.

dR
Woland
2004-12-30 18:55:13 UTC
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Post by Danny Rose
Più che altro mi pare impossibile. Fermo restando che l'armonia tonale...è
un prodotto storico, non è immutabile, non è sempre stata uguale a se
stessa, è importante apprenderla anche e soprattutto studiando opere di
compositori (altrimenti è un po' come pretendere di imparare una lingua
accumulando lessico e regole grammaticali in astratto, senza mai
confrontarsi con reali situazioni comunicative).
In altre parole, ciò che di solito si definisce come tecnica dodecafonica
non rende affatto obsoleta una buona competenza in campo armonico. Imho.
Si, questo è giustissimo e secondo me è anche il limite della musica
dodecafonica, ovvero l'impossibilità di liberarsi completamente degli schemi
della musica "tonale". ascolteremo e comporremo sempre, anche se ci si
impone di fare il contrario, la musica dodecafonica in rapporto all'armonia
classica?
è possibile voglio dire "sottrarsi al dominio convenzionale di una tonalità
determinata"?
Per me è possibile, solo che il percorso secondo me è molto più complesso di
quello che scrive Jachino, e probabilmente la vera rivoluzione (per fare un
paragone: il passaggio dalla musica tonale dalla musica modale) non si avrà
certo con la musica dodecafonica (questo oggi lo possiamo dire, col senno di
poi).

G.
Praenestinus
2004-12-30 23:06:32 UTC
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Post by Woland
Per me è possibile, solo che il percorso secondo me è molto più complesso
di quello che scrive Jachino, e probabilmente la vera rivoluzione (per
fare un paragone: il passaggio dalla musica tonale dalla musica modale)
non si avrà certo con la musica dodecafonica (questo oggi lo possiamo
dire, col senno di poi).
Condivido pienamente e non solo: ci sono persone che questa impossibilità
l'anno sostenuta anche al tempo della dodecafonia.
Quello delle dissonanze è un falso problema. La musica di Bach è piena di
dissonanze... ma spesso non ce ne accorgiamo neanche.
La vera questione è a mio avviso da porsi su faccende di tensioni e
distensioni del discorso musicale, caratterizzate dal dipanarsi di elementi
"tematici" (prendete il termine in senso lato) che vengono elaborati e
sviluppati in modo comprensibile (dunque senza sbriciolarne continuamente
l'identità) e "l'armonia" (intesa anch'essa in senso lato) non può essere
frutto di calcoli aritmetici e avulsa da questioni di armonici, di tensioni
e distensioni.

Si lo so, ho fatto un panettone di concetti.... ma tant'è... per questa
volta confido nelle persone intelligenti affinchè sia compreso il mio
messaggio.

S.
leonardo polato
2004-12-31 01:38:00 UTC
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Post by Praenestinus
Quello delle dissonanze è un falso problema. La musica di Bach è piena di
dissonanze... ma spesso non ce ne accorgiamo neanche.
La vera questione è a mio avviso da porsi su faccende di tensioni e
distensioni del discorso musicale, caratterizzate dal dipanarsi di elementi
"tematici" (prendete il termine in senso lato) che vengono elaborati e
sviluppati in modo comprensibile (dunque senza sbriciolarne continuamente
l'identità) e "l'armonia" (intesa anch'essa in senso lato) non può essere
frutto di calcoli aritmetici e avulsa da questioni di armonici, di tensioni
e distensioni.
E' verissimo: basta che queste tensioni e distensioni non siano attribuibili
solo
ed esclusivamente alla musica tonale. Qualsiasi compositore lo sa, ed è
pure facilmente sperimentabile: posso avere una successione di quinte vuote
avulse da qualsiasi facile riferimento tonale; non appena introduco un
intervallo
di seconda minore, magari usando note non ancora adoperate,
avrò un aumento di tensione, senza per questo
avere un riferimento ad una tonica.
Ma anche con una nota sola, lo posso fare: se ripeto venti volte la stessa
nota
con lo stesso ritmo, appena ne eseguo una diversa con un ritmo diverso avrò
già
un cambiamento di tensione, senza necessariamente aver stabilito nessuna
tonalità.

ciao

Leonardo

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