Post by lzyPost by a***@yahoo.comIo ho come l'impressione che questa enormità sia piuttosto una tua sovrainterpretazione
cosa c'è di enorme spiega che mi eccita la cosa...
Ah è molto semplice. E' una palese enormità ritenere "ideologica" la musica di uno che si mette a fare, per la prima volta e con candore, esperimenti su sfasamenti di pattern ritmici. Steve Reich e i suoi Piano/Violin Phase, appunto. Si può dire di tutto: che sia roba misera, banale, noiosa, senza scopo. Ma non certo che sia "ideologica". Ci vuole davvero una fantasia enorme per definire questa roba "ideologica", e per questo motivo mi pare così strano che le parole siano di Berio. Ma sono pronto a ricredermi; nel frattempo però, ti riporto il significato del termine "ideologia":
https://it.wikipedia.org/wiki/Ideologia
Ora, i giochini di pattern e fasi di un tizio in pieno ECLETTISMO sperimentale statunitense, in cui davvero si faceva di tutto, dalle musiche iperconservative alla nota fissa di La Monte Young, davvero fatico a vederli come una roba da "ideologia". E quale sarebbe questa "ideologia" in un contesto in cui c'è chi replica col computer un gocciolio, chi lavora su pattern ritmici sfasati, chi mescola jazz e musica "colta", chi fa musica romantica, chi fa canzoni pseudo indiane, chi inventa balletti meccanici, chi armonie filtrate via etere etc. etc. ...?
Cosa sarebbe l'ideologia, in questo contesto? L'eclettismo? La smania di sperimentazione e novità? L'eclettismo non di certo. Ma anche la smania di novità e la sperimentazione non sono e non possono mai essere *ideologia*, perché sono troppo generiche per essere *idologia*. Possono essere *modE*, non certo ideologia.
Per contro, è palesemente ideologia l'atto dell'applicare senza scampo un principio unico, codificato e, soprattutto, *circoscritto*, cioè quello della SERIE alle composizioni postdarmstadtiane.
E andare a convincere i compositori dell' URSS, in pieno clima di regime e guerra fredda, che il modello seriale sia l'unico e il solo santo da seguire, ecco, andare a fare questo... non è ideologia: è feticismo ideologico.
L'ideologia presuppone una regola definita da seguire direi dogmaticamente, e non può essere certo *regola* il principio che si possano inventare nuove regole (quello appunto degli americani in questione, "sperimentatori"). Si può essere ideologici nel seguire una corrente, non certo ideologici nel voler creare correnti. E del resto, è palese che Reich e Riley non volessero creare ideologie, ma *stili*: la musica di "Rainbow in curved air" è troppo fresca e leggera, persino umoristica nel suo eclettismo, per essere tacciata di "ideologia".
Poi, se per te che a corto di argomenti ti delizi in giochi di parole da quattro soldi, voler continuamente sperimentare è ideologia, la cosa mi interessa meno di nulla.
Anche fosse ideologia, non è ideologia NOIOSA, come è implacabilmente NOIOSA, VECCHIA E REAZIONARIA l'idea di applicare la serie senza se e senza ma. Cioè l'ideologia delle composizioni che ascolti tu (e che manco capisci).
Ben vengano le ondate di creatività, sia pure frenetiche e per questo in un certo senso ingenue. Sono il sale dell'arte. Sono testimonianza di una società in evoluzione.
E non pregiudicano certo la CLASSICITA' dell'arte.
Questo detto, potresti per cortesia riportarmi le parole precise di Berio?