Post by JJPost by JJIl modo ci da il motivo fondamentale di una musica.
In musica il motivo fondamentale è o l'elemento pre (sub) tematico di una
composizione (pensa ad es. allo schema diastematico della Grande Fuga di
Beethoven [o degli ultimi quartetti che è lo stesso] o a una serie
dodecafonica o alle "lettere danzanti" del Carnaval o all'ABHF della
Lyrisce suite di Berg, vedi tu insomma) o è una sorta di "tema trasversale"
di una composizione (tipo "idée fixe" della Fantastica di Berlioz) o è,
secondo me imporpriamente, un MOTTO (cfr. Beethoven V sinfonia: batt. 1-5).
Niente a che vedere con la
*definizione* di modo quindi...
Post by JJPost by JJLa tonalità invece ci specifica la scala con cui va eseguito il brano.
Infatti dato un certo modo, si potrebbe realizzare su diverse tonalità. La
tonalita evita ogni dubbio.
L'equivoco nasce dal fatto che tu, evidentemente ignorando i modi gregoriani
di cui si parlava, hai scambiato il *modo* di cui parla Schoenberg (che è
essenzialmente bipolare: maggiore-minore) con imodi antichi, che sono altra
cosa (rileggiti il post di cap)
Post by JJArnold Schonberg "Manuale di armonia".
Introduzione
pag. XXIII
Se si pensa astrattamente ad una melodia,. ... .. . . ., essa si presenta
nella nostra mente distinta nelle sue qualià formali entro una ben precisa
gamma o estensione spazio temporale, prima ancora di tradursi nella
concretezza fisica del suono. Non solo, ma noi possiamo continuare a pensare
questa melodia indipendentemente da uno specifico suono di partenza, che può
essere uno qualsiasi della scala cromatica temperata sulla quale è
regolata....
Qui Schoenberg sta dicendo che la riconoscibilità di un disegno melodico
dipende dalla sua struttura interna e non da una tonica fissata
aprioristicamente (cioè: se ti canto lo stesso motivo in 10 tonalità
differenti tu lo riconosci per la struttura ritmico intervallare *relativa*
e non per l'altezza assoluta delle note che lo compongono)
Post by JJLa riconoscibilità di una struttura percettiva (nel nostro caso di una
struttura ritmico melodica) non è data dalle sue qualità fisiche ma da
quelle formali ... . .. . noi riconosciamo benissimo una melodia, fissata
da un compositore in una determinata tonalità, anche se essa ci viene
suonata o cantata in un'altra tonalità.
Appunto...
Post by JJOra queste qualità formali, specifiche, individualizzate, sono riconoscibili
perchè si riferiscono ad uno schema costante, : il modo.
Schoenberg parla subito dopo (e tu hai omesso, contribuendo alla confusione)
del "nostro sistema bimodale" (modi maggiore e minore)
Post by JJIl tono invece, la tonalità, traduce le qualità formali della melodia nella
concretezza fisica del suono.
Anche qui hai omesso una parte importantissima, quella in cui Schoenberg
dice che la scelta della TONALITA' di un brano (che, a differenza del modo
[maggiore o minore] *non* è implicita nella morfologia melodica) dipende
dalla "intenzionalità soggettiva del compositore e non da uno schema".
Cioè...data un'idea melodica io, signor Beethoven, posso decidere di
tradurla in Do minore, in Re minore, in Fa minore lasciandola essenzialmente
strutturalmente invariata. Non potrei però decidere di scriverla in DO
*maggiore* perchè dovrei modificarne - probabilmente - almeno lo schema
intervallare (per capirci, se prendi la seconda parte del Trio del Minuetto
della Sinfonia n. 41 di Mozart e lo confronti con l'inizio del Finale
capisci come si può "convertire" una melodia da minore a Maggiore con
stratagemmi non banali).
Pensa solo al concerto per Violino di Beethoven in cui il secondo tema viene
esposto prima in Re Maggiore (fa#4:1/4-sol4:1/4-la4: 1/4 - si 4:1/8 - do#5:
1/8 - re5: 1/2 - la4: 1/2) e subito dopo, con gesto armonico abbastanza
inusuale, in Re minore (stessa cosa ma con fa4 invece di fa#4).
Post by JJCerto ora che rileggo bene e con più calma il mio post certo non è che sia
espresso in modo molto chiaro, come del resto quasi tutti i trattati sulla
musica, però non penso di così tanto da prendere un'imbeccata del genere.
8-)
Mi sa che hai un po' di confusione su questi temi.
Un buon manuale di teoria (invece che di armonia) ti chiarirebbe un po' le
idee IMHO
Ciao :-)
EL