Discussione:
Modi gregoriani e greco-romani (e polifonia greco-romana)
(troppo vecchio per rispondere)
a***@yahoo.com
2019-09-19 07:06:44 UTC
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Bene: siccome vedo che c'è qualcuno che ancora fa confusione fra modi gregoriani e modi greco-romani, anzi, ignora del tutto questi ultimi, vi racconto una storiella.
C'era una volta un periodo buio, ma davvero buuuuuuio della Storia. Un periodo che più buio non si può. Mi riferisco al secolo VIII, quello dominato dal famosissimo Carlo Magno. Ora, questo Carlo Magno sarà pure una vera istituzione culturale per l'universo, sarà pure l'eroe di miti e leggende, come ci hanno raccontato a scuola. Qualcuno però dovrà pur chiedersi: ma se costui è stato così grande, anzi immenso, come mai non esiste alcun dipinto che lo ritragga e, più generalmente, alcuna pittura (a parte due-tre desolanti scarabocchi in stile iconografico primitivo in tutta Europa) che potremmo dire "carolingia"? E ancora: abbiamo alcuna scultura autentica a rappresentazione di lui o che, sempre in generale, sia definibile "carolingia" ? Manco a parlarne. Ed esiste davvero alcuna sopravvissuta architettura che si possa definire "carolingia" ? Niente affatto. Si pensi solo alle due architetture *simbolo* per tradizione di Carlo Magno: la Cappella Palatina di Aquisgrana, completamento di una struttura romana preesistente, tutta decorata e addobbata di manufatti svevi di epoca posteriore, di mosaici del 1800 e infine di un "trono", questo sì unico autentico, che pare scolpito da un cavernicolo con la clava. Oppure il celebrato Westwerke dell'abbazia di Corvey, che prima si è dovuto ammettere esser stato iniziato solo dal figlio di C. M., per poi arrivare alla desolante conclusione che le famose due torri non hanno niente di carolingio ma sono di epoca romanica (intanto però il marchio UNESCO rimane: bella roba). Di esempi simili se ne potrebbero fare a iosa e questo è *culturalmente* Carlo Magno fuor di mito: un rozzissimo *barbaro* che si credeva Cesare e Costantino. Ebbene, pensiamo solo a cosa potesse essere la musica in quel periodo di sconforto culturale. Già: cos'era la musica? Presto detto: erano quattro brandelli sopravvissuti (poi mi pare in certa misura rimaneggiati) di canti greco-romani con gli otto modi, raccolti da non si sa chi come estremo atto dovuto per una cultura disintegrata; brandelli che ormai nessuno non solo era più in grado di armonizzare (tutti gli organi erano stati distrutti nell'alto medioevo) ma anche già solo intonare (era andata completamente perduta la nozione degli intervalli). Ora, sulla base di questa miseria, si iniziò a sviluppare nel medioevo, sui quattro cenci di questi "canti", una meravigliosa pratica. Vale a dire, nel 99% dei casi, essendo andate perdute tutte le regole di armonizzazione, il cantare all'unisono. Meraviglioso davvero, ed è ancor più meraviglioso che essa ancora si faccia in certi conventi e riti religiosi, evocando in questi unisoni un misticismo che non è altro che ignoranza secolare. Vai a spiegare, al Vaticano, che quei cori all'unisono non sono altro che una testimonianza di ignoranza medievale. Vai a spiegare, al Vaticano, che quei poveracci in epoca carolingia non potevano far altro se non cantare all'unisono, non avendo più alcuna regola armonica a cui far riferimento. Negli altri casi, vedi Scuola di Notre Dame, si ricorreva, per compensare alla carlona la lacuna, a bizzarri effetti di bordoni e note tenute, imitazioni grottesche degli organi antichi con "organa" a due voci; e, ancora, insulsi e infantili motivetti saltellanti in girotondo (qualcuno ascolti bene cosa *è davvero* Viderunt Omnes: non è niente di "fascinoso", è solo una sgraziatissima canzoncina su rozzi intervalli) e mille altre oscenità che non sto qui a raccontare perché il discorso si farebbe eccessivamente dettagliato.
Onestamente non saprei se sia più brutto sentire cantilene all'unisono o questi "organa" saltellanti;
ma un sistema per capire senza troppi dettagli di che porcherie si trattasse c'è : basta vedere, per analogia, cosa diventò la scultura da quella ellenistica:

https://it.wikipedia.org/wiki/Toro_Farnese

a quella altomedievale e bassomedievale.

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https://it.wikipedia.org/wiki/Carit%C3%A0_%28Tino_di_Camaino%29

Ora, dovete sapere che un bel giorno i compositori italiani decisero di metter fine a questo allucinante degrado, nel frattempo evoluto nella contorta polifonia fiamminga e, patrocinati e finanziati lautamente dal re Alfonso *Il magnanimo*, fecero l'incredibile e improvviso sforzo di ricostruire tutto ciò che era stato apparentemente perduto e che nessuno aveva provato a ricostruire. Ed ecco che a suon di studii, discussioni, meticolosissimi trattati su trattati e accademie, ricostruirono in primis l'intonazione degli intervalli dei tetracordi e i tre generi. In secondo luogo le SCALE, vale a dire la base dei modi (non certo gregoriani!!!!) che è possibile associare a questi intervalli.
In terzo luogo le armonizzazioni delle suddette scale (cioè l'effetto dei modi stessi). Quel meraviglioso Adoramus del codice di Montecassino (non c'è alcun bisogno di fare il bordone medievale a suon di ciaramelle, come fa Micrologus) è il sollievo, atteso da secoli, per le orecchie seviziate dalle brutture del medioevo polifonico prolungato ad oltranza. Finalmente si sentono *gli accordi*. Finalmente si sente una *armonia*. Finalmente inizia la MUSICA MODERNA.
Archaeopteryx
2019-09-19 08:03:47 UTC
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Post by a***@yahoo.com
roba). Di esempi simili se ne potrebbero fare a iosa e
questo è *culturalmente* Carlo Magno fuor di mito: un
rozzissimo *barbaro* che si credeva Cesare e
Costantino. Ebbene, pensiamo solo a cosa potesse essere
cos'era la musica? Presto detto: erano quattro
brandelli sopravvissuti (poi mi pare in certa misura
rimaneggiati) di canti greco-romani con gli otto modi,
raccolti da non si sa chi come estremo atto dovuto per
una cultura disintegrata; brandelli che ormai nessuno
non solo era più in grado di armonizzare (tutti gli
organi erano stati distrutti nell'alto medioevo) ma
anche già solo intonare (era andata completamente
perduta la nozione degli intervalli). Ora, sulla base
di questa miseria, si iniziò a sviluppare nel medioevo,
sui quattro cenci di questi "canti", una meravigliosa
pratica. Vale a dire, nel 99% dei casi, essendo andate
perdute tutte le regole di armonizzazione, il cantare
all'unisono.
Ma dici sul serio? Insomma, tutti zitti e muti perché non
c'erano le regole? Davvero a nessuno proprio a nessuno
magari perché aveva il raffreddore, gli è scappata una
quarta o una quinta mentre tentava di cantare con qualcun
altro? E che non sia stato notato mai? E davvero si
dovrebbe credere che la musica non sia in un certo senso
esistita fino a che a tavolino si sarebbero ricostruite le
regole?

Tutto questo che come sempre dici ma non dici, è
semplicemente impossibile. La storia è sempre complessa,
saranno successe tante cose; su tutte probabilmente è
calata la brutta coltre di un'economia allo sbando per cui
si sarebbe anche potuto sviluppare un canone mensurale a
otto parti ma magari mancava la pergamena, è stato scritto
in tre esemplari e comprensibilmente dal VII secolo
difficile che ne sia sopravvissuto anche solo uno. Chiaro,
estremizzo (a cavolate mi sarà pur permesso di rispondere
nel modo che mi è congeniale, ovvero, estremizzare per
chiarire) ma qualsiasi cosa sia successa non è sicuramente
il nulla assoluto prima che gli eredi spirituali del sud
Italia (perché lì erano le colonie greche che spesso
trainarono la cultura classica) dicessero alla civiltà
europea come potevano comporre.
Post by a***@yahoo.com
Ora, dovete sapere che un bel giorno i compositori
italiani decisero di metter fine a questo allucinante
degrado, nel frattempo evoluto nella contorta polifonia
fiamminga e, patrocinati e finanziati lautamente dal re
Alfonso *Il magnanimo*, fecero l'incredibile e
improvviso sforzo di ricostruire tutto ciò che era
stato apparentemente perduto e che nessuno aveva
provato a ricostruire. Ed ecco che a suon di studii,
discussioni, meticolosissimi trattati su trattati e
accademie, ricostruirono in primis l'intonazione degli
intervalli dei tetracordi e i tre generi. In secondo
luogo le SCALE, vale a dire la base dei modi (non certo
gregoriani!!!!) che è possibile associare a questi
intervalli. In terzo luogo le armonizzazioni delle
suddette scale (cioè l'effetto dei modi stessi). Quel
meraviglioso Adoramus del codice di Montecassino (non
c'è alcun bisogno di fare il bordone medievale a suon
di ciaramelle, come fa Micrologus) è il sollievo,
atteso da secoli, per le orecchie seviziate dalle
brutture del medioevo polifonico prolungato ad
oltranza. Finalmente si sentono *gli accordi*.
Finalmente si sente una *armonia*. Finalmente inizia la
MUSICA MODERNA.
A intuito penso che tu abbia un nucleo di ragione, nel
senso che c'è sicuramente stata una sinergia tra la teoria
e la pratica. Ma come sempre il verso prevalente è quello
contrario: ci sarà stato un qualche tipo di sviluppo di
cui forse non abbiamo documentazione (e non sarei sorpreso
se ce ne fosse tanta ma io non la conosco e tu se la
conoscessi ti sarai guardato bene dal citare) e le regole
sono state dedotte a posteriori. Poi forse, chi sa, la
teoria della musica greca ha fornito il quadro di
riferimento per la sua sistematizzazione. Magari se
fossero rimasti gli arabi e l'avessero avuta vinta,
l'evoluzione della musica avrebbe conservato il suo
carattere "europeo" ma l'apparato teorico sarebbe stato
espresso con le loro assurde scale di 19 intervalli.
Perché no? Tante volte la storia ha preso un bivio imprevisto.

La musica moderna sarebbe comunque nata, perché è esistita
la borghesia e una classe mercantile che ha trainato tutto
il resto. Curioso che quelli che definisci balbettii o
quasi siano più o meno finiti quando è cambiata
l'economia, non ti fa pensare? E' chiaro che non è stato
un processo improvviso, nel tempo che ci è voluto si sono
intrecciati tanti fattori. Ma è così che è andata, anche
senza la riscoperta di regole che - ti faccio notare -
erano usate per musiche di cui è rimasto praticamente zero
e potevano essere qualsiasi cosa. Il che conforta la
ragionevole affermazione che un inquadramento teorico, se
buono, può descrivere qualsiasi cosa fino a prova contraria.
--
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a***@yahoo.com
2019-09-19 08:13:04 UTC
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(Per Apx.) certo che è così. Le regole erano andate alla malora da SECOLI. Gli organi tutti distrutti. Ed è cosa che nessun filologo potrà negarti. Sai come si chiama tutto questo? Si chiama *MEDIOEVO*.
Che poi un gruppo di "avventurosi" inventasse una *nuova polifonia* a suon di canzoncine e ridicoli "organa" era nella logica delle cose. Così come era nella logica delle cose che si ricostruisce la teoria perduta nel RINASCIMENTO. Mi fai gentilmente capire cosa ci sia di *impossibile* in tutto questo?
Archaeopteryx
2019-09-19 08:29:13 UTC
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Post by a***@yahoo.com
(Per Apx.) certo che è così. Le regole erano andate
alla malora da SECOLI. Gli organi tutti distrutti. Ed
è cosa che nessun filologo potrà negarti. Sai come si
chiama tutto questo? Si chiama *MEDIOEVO*. Che poi un
gruppo di "avventurosi" inventasse una *nuova
polifonia* a suon di canzoncine e ridicoli "organa"
era nella logica delle cose. Così come era nella
logica delle cose che si ricostruisce la teoria perduta
nel RINASCIMENTO. Mi fai gentilmente capire cosa ci sia
di *impossibile* in tutto questo?
Allora riprovo a spiegarmi diversamente (non dico meglio
perché credo di essere abbastanza chiaro nell'esporre ciò
che penso).

Non ho negato e te l'ho detto che hai sicuramente un
nucleo di ragione. Ma non possiamo credere che fino alla
riscoperta delle regole non potesse esserci niente se non
una rozza monodia. Per forza di cose dovettero esistere in
tanti tempi e tanti luoghi più di un mezzo per produrre
suoni, magari due viellisti :D che per scherzare suonarono
su corde diverse gli stessi intervalli della unica
melodia. Per forza di cose non solo allora ma anche prima
c'è stata una forma di polifonia. E' molto probabile che
sia sempre esistita da che gli esseri umani riescono a
produrre suoni.

Quello che trovo impossibile nella tua tesi è che si sia
passati dal buio alla luce e solo grazie a un lavoro
teorico di recupero di un passato che peraltro, aggiungo,
era probabilmente diversissimo. L'immagine che viene alla
mente leggendoti è quella di una rozza congrega di
individui che cantavano all'unisono perché non sapevano
che esistono gli intervalli poi il teorico che
stava in un'altra stanza, elucubra e si precipita nella
cantoria con il pezzo di carta con le regole e allora ecco
l'alba. E' chiaro che non dici questo direttamente ma tu
stai veicolando un'idea del genere.

E' impossibile perché non si può pensare che nemmeno per
caso e/o errore (e un numero infinito di volte) non sia
uscito fuori un qualche intervallo e l'effetto non sia
stato in qualche modo utilizzato. Sicuramente moltissimi
di questi esperimenti avranno avuto l'effetto che ha su di
me Wozzeck, ma qualche forma di polifonia deve essere nata
per forza di cose, e le regole riscoperte ci hanno dovuto
fare i conti. Dopo un certo tira e molla abbiamo iniziato
ad avere documenti di qualche tipo. Ma la nascita del
processo ci sfugge e io credo di star sostenendo uno
scenario verosimile così come credo che sia inverosimile
quello che sostieni tu.
--
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a***@yahoo.com
2019-09-19 08:33:41 UTC
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(Per apx) Cristo Santo, ma tu leggi prima di rispondere? Ho parlato per due volte di "avventurosi" che facevano proprio le cose che dici tu, con gli intervalli, coi bordoni etc., prima per improvvisazione poi notandolo. Cos'è che non ti torna possibile??
Archaeopteryx
2019-09-19 08:42:50 UTC
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Post by a***@yahoo.com
(Per apx) Cristo Santo, ma tu leggi prima di
rispondere? Ho parlato per due volte di "avventurosi"
che facevano proprio le cose che dici tu, con gli
intervalli, coi bordoni etc., prima per
improvvisazione poi notandolo. Cos'è che non ti torna
possibile??
Il fatto che tu gli dia una connotazione di valore. Io sto
solo dicendo che il processo è stato graduale e quello che
oggi ci appare bello e strutturato è il risultato di uno
sviluppo in cui la teoria e la pratica si sono palleggiate
in continuazione. Tanto posso essere sicuro che la
riscoperta della teoria musicale antica sia stato utile
anche a creare nuova musica, altrettanto mi sento di
escludere che ne sia la sola causa.
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a***@yahoo.com
2019-09-19 08:49:29 UTC
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Scusa eh, tu hai affermato che quello che ho scritto è impossibile perché

"E' impossibile perché non si può pensare che nemmeno per caso e/o errore (e un numero infinito di volte) non sia
uscito fuori un qualche intervallo e l'effetto non sia stato in qualche modo utilizzato".

Io ti ho spiegato che ho scritto io stesso, per ben due volte, quello che hai ribadito tu nelle parole che ti ho appena quotato.
Mi spieghi allora cosa ci sia di *impossibile* nelle mie affermazioni??
E mi spieghi cosa diavolo c'entri la connotazione di valore con l'impossibilità??
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